Varese rende onore a Silvio Borghi e Lidia Caleffi, Giusti fra le Nazioni

La consegna dell’onorificenza a Elsa Borghi, figlia di Silvio e Lidia, Giusti fra le Nazioni

VARESE – Giusti tra le nazioni. L’onorificenza, alla memoria, è stata consegnata a Elsa Borghi, figlia di Lidia Caleffi e Silvio Borghi, i quali, durante l’occupazione nazifascista hanno salvato molti ebrei, prima ospitandoli in casa e poi accompagnandoli in Svizzera.

La cerimonia di consegna dell’onorificenza si è tenuta oggi (giovedì 28 aprile) nel salone Estense alla presenza del sindaco Davide Galimberti, dell’ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar (nella foto sotto l’arrivo dell’ambasciatore a Palazzo Estense), di Shmuel Almagor Almoslino, figlio di Menachem Almoslino e Alice Talvi e di Vinka Talvi, moglie di Raffaele Talvi. Proprio i Talvi, infatti, sono stati salvati dai coniugi Borghi. Una cerimonia accompagnata anche dalla musica dei ragazzi del Liceo Manzoni, alla quale hanno partecipato il prefetto Salvatore Pasquariello; i vertici provinciali delle forze dell’ordine, Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano, Milo Habani, vicepresidente della comunità ebraica di Milano; Samuele Cavadini, sindaco di Mendrisio; Antonella Canossa, sindaco di Mirandola, città dove i coniugi Borghi hanno abitato prima di trasferirsi a Varese qualche anno dopo terminata la guerra. Lidia Caleffi, infatti, ha vissuto gli ultimi vent’anni della sua vita proprio nel quartiere di Avigno. E a cucire il filo della storia dei coniugi Borghi con quella di Calogero Marrone, anch’egli giusto Varesino, oltre al sindaco Galimberti, è stata Margherita Giromini, dell’Istituto che porta il nome di Marrone.

Genitori Giusti tra le Nazioni

La consegna delle medaglie, avvenuta dopo la lettura del certificato Yad Vashen, ha vissuto momenti di emozione, con il racconto Elsa, l’intervento di Liliana Segre e le testimonianze del figlio e della moglie dei salvati; e di riflessione con gli interventi del sindaco Galimberti, dei rappresentanti della comunità ebraica di Milano e dell’ambasciatore israeliano.

L’importanza del ricordo e la necessità della pace

Il sindaco Galimberti ha detto che «questa onorificenza è un onore per la città di Varese» e ricordato che «questa cerimonia avviene in un momento molto particolare. Mai come in questi giorni si avverte l’esigenza di affermare l’assoluta necessità di pace in tutto il mondo».

Meghnagi ha invece sottolineato l’importanza del ricordo. «La Shoa è il male assoluto. Non è stata una guerra, perché i nazisti andavano casa per casa a cercare gli ebrei per sterminarli. La Shoa non è passato, attenzione, per questo quell’immane tragedia tragedia va ricordata».

Delle necessità di pace, ma anche dell’incrollabile fede che pervaso ogni ebreo nei campi di concentramento, convinti di tornare a Gerusalemme, «se non loro, i lori discendenti», ha parlato l’ambasciatore israeliano nel suo vibrante intervento.