Reddito di cittadinanza: oltre 9mila domande accolte in provincia di Varese

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VARESE – Su un totale di oltre 16mila richieste di reddito di cittadinanza, sono 9.966 quelle che sono state accettate in provincia di Varese. Numeri che fanno parte di un quadro ben più ampio. E che riguarda tutta la Lombardia. Così il presidente del Caf Unsic, Domenico Mamone: «Crescono le richieste di reddito di cittadinanza base: secondo i dati Inps riferiti allo scorso agosto, in Lombardia sono 126.525 (su 214.124 domande)». Il reddito di emergenza (tra 400 e 800 euro in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare), i bonus mensili per i lavoratori autonomi e il bonus colf, esteso ai nonni. Anche le ultime tre misure governative per far fronte al periodo di pandemia sono opportunità che le persone richiedono prevalentemente tramite i Caf (centri di assistenza fiscale). Presi d’assalto poi per il “Superbonus 110%” per le riqualificazioni edilizie e, appunto, per il boom di nuove domande per il reddito di cittadinanza nel periodo dell’emergenza da coronavirus (più 23 per cento da gennaio di quest’anno).

I dati forniti da Unsic

Emblematici tre dati diffusi da Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) e relativi al 2019: attraverso i Caf sono passate il 94,7 per cento delle domande (Dsu) per l’Isee, pari a sette milioni e 578mila; circa l’85 per cento delle dichiarazioni dei redditi parte annualmente dai centri di assistenza fiscale; circa due terzi delle domande per il reddito di cittadinanza passa per i Caf. «I principali servizi sono offerti gratuitamente grazie a convenzioni con lo Stato che, una volta tanto, premiano la proficua collaborazione tra pubblico e privato», spiega Mamone. L’accordo tra Inps e Caf, ad esempio, vale quest’anno circa 117 milioni di euro a fronte di attività che gli sportelli dei centri di assistenza fiscale offrono in termini molto concorrenziali sia per la prossimità, grazie ai circa 45mila sportelli sparsi in tutta Italia, sia per la competenza, merito di pool di esperti a disposizione dell’utenza, sia per efficienza. «Le nostre strutture sono rimaste aperte anche nel periodo di quarantena, rispetto alla chiusura di molti uffici pubblici».

L’aumento dei tagli

C’è un problema, però, che specie negli ultimi anni emerge puntualmente: aumentano i tagli dei trasferimenti economici Stato-Caf. «Sono stati 30 i milioni in meno tra il 2018 e il 2019, a fronte della parallela crescita delle materie delegate», spiega il presidente dell’Unsic. «Quest’anno, poi, a causa della crisi da Covid, s’è verificato un boom di richieste per alcuni servizi, come nel caso del sempre più strategico Isee, circa un 35 per cento di domande in più rispetto allo scorso anno, che spinge ulteriormente in su quel più 20 per cento del 2019. Crescono pure le richieste di reddito di cittadinanza base: secondo i dati Inps riferiti ad agosto 2020, ne beneficiano ormai 1.464.835 nuclei familiari per un totale di 3,081 milioni di persone. In Lombardia sono 126.525 (su 214.124 domande)».

Se si esaurirà il plafond di risorse previsto dalla convenzione con l’Inps per l’invio gratuito degli Isee, insieme ad altri budget, il rischio concreto è che alcuni servizi diventeranno a pagamento. Sarebbe una beffa soprattutto per coloro a cui gli strumenti ottenuti dai Caf, come i redditi di cittadinanza o d’emergenza, rappresentano necessità esistenziali.

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