Matteo Bianchi benedice la candidatura Maroni: «Ora pallino nelle mani di Bobo»

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VARESE – E’ Roberto Maroni il candidato del centrodestra. Per acclamazione. Di Forza Italia e Fratelli d’Italia. E del governatore Attilio Fontana. E domani sera, mercoledì 17 settembre, anche della Lega varesina. Che si riunirà nel direttivo decisivo per sciogliere tutte le riserve sulla guida della coalizione che sfiderà Davide Galimberti tra pochi mesi nella corsa a sindaco a Palazzo Estense.

E se per il via libera ufficiale è bene attendere l’esito del direttivo di domani al Garibaldino, è anche vero che le parole del segretario provinciale Matteo Bianchi sono più di una garanzia sul come andrà a finire. «Roberto Maroni ha detto e ribadito la sua volontà a candidarsi per Palazzo Estense. Opportunità di fronte alla quale Barbara Bison, che ringrazio per quanto fatto e per le parole spese in un momento particolare, ha dimostrato grande senso di responsabilità, mettendo davanti a tutto l’unità della sezione varesina e della Lega. Sulla candidatura di Maroni non posso che esprimere  la mia soddisfazione e il mio apprezzamento. Ora attendiamo domani sera il direttivo, ma credo che anche i dubbi emersi qualche settimana fa siano ormai risolti».

Ascia di guerra sepolta

Insomma Bianchi va ancora cauto. Anche se tra le righe delle sue dichiarazioni si legge che le insidie, ma soprattutto i veti (ufficiali o ufficiosi) posti da alcuni esponenti del Carroccio varesino sul nome di Maroni, siano ormai superati. E a conferma di questo c’è anche la risposta che il segretario leghista dà quando si chiede se “la mossa di mettersi a disposizione di Bison fosse propedeutica a far uscire allo scoperto in maniera definitiva l’ex ministro degli Interni. Soprattutto dopo le dichiarazioni molto politiche e poco convinte del capitano Matteo Salvini a Saronno.

«Maroni non aveva certo bisogno di uscire allo scoperto – dice Bianchi – piuttosto ciò che serviva era fare chiarezza. E così possiamo dire che è stato fatto un passo decisivo in tal senso». Bianchi poi traccia una road map di massima per arrivare all’investitura ufficiale del candidato: «Direttivo domani, ratificazione della candidatura e poi riunione in sede con Roberto Maroni. E a quel punto si parte».

Maroni – Galimberti: si gioca a zona. Nell’altra meta campo

Per una campagna elettorale molto differente rispetto a quella prospettata qualora in campo ci fosse stata Barbara Bison. Con Maroni la corsa sarà da “one man show”, nel senso che l’ex ministro ha esperienza, personalità, autorevolezza e competenze per dettare azioni e linee della campagna. Ma soprattutto ha “rapporti” da tessere (c’è chi dice che abbia già iniziato) anche dell’altra parte della trincea. Come del resto anche Davide Galimberti. Insomma, se di mezzo ci mettiamo il calcio, si potrebbe parlare di gioco a zona, soprattutto nella metà campo avversaria.

Attenzione ai mostri politici

Bianchi poi stoppa il discorso politico su Maroni, la Lega e il centrodestra e vira su quello che lui ritiene un grosso rischio: «Vedo un grande ribollire al centro, dove mi pare ci sia più confusione che strategie politiche. E vedo anche chi tira un po’ da una parte e un po’ dall’altra, chi nicchia e non scopre le carte e chi tenta di “vendersi” con il marchio doc del civico. Non vorrei che alla fine sbuchi fuori uno di quei mostri politici che si metta a vendere la pelle più cara del reale peso elettorale. Insomma attenzione a chi continua a parlare di terzi polo, di civici o strane alchimie molto politicanti e poco politiche».

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