Truffa del Coronavirus, dopo il colpo a Varese gli sciacalli presi a Lodi

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VARESE – Truffa del Coronavirus: colpo a Varese, sciacalli presi a Lodi. Facevano parte di una banda specializzata in questo genere di raggiri prendendo di mira sempre persone anziane. L’ultimo azzardo tentato in quel di Lodi è costato loro molto caro: la 92enne scelta come vittima designata non ci è cascata. Gli uomini della squadra mobile della Questura di Lodi hanno così bloccato in flagranza due dei truffatori professionisti risolvendo, contemporaneamente, un colpo messo a segno a Varese lo scorso 4 novembre.

Covid e incidenti stradali

Lo scorso 4 novembre era stata infatti truffata a Varese una pensionata di 80 anni. Le scuse usate sempre le stesse: tutte connesse al Coronavirus. Uno dei truffatori lavorava come “telefonista” contattando le vittime e spacciandosi per un famigliare. «Ho il coronavirus e ho bisogno di diecimila euro per curarmi. Metti subito insieme soldi e gioielli che hai in casa e passera’ qualcuno a prenderli per portarmeli visto che non posso uscire», questo il copione più o meno sempre seguito dalla banda di malviventi che “variavano sul tema” una volta trovato il giusto grado di parentela con la vittima.

In auto i gioielli rubati a Varese

A Lodi, però, la vittima si è prima allarmata,  tanto da mettere insieme 2.700 euro e gioielli per un peso di ottanta grammi. Poi però ha telefonato ai figli che si sono accorti della truffa. Così e’ stata allertata la polizia. La squadra Mobile ha quindi denunciato una donna bielorussa di anni 52 e un giovane ucraino di anni 26. Quest’ultimo e’ stato preso quando si e’ presentato a ritirare contanti e gioielli mentre la complice si aggirava in zona con un’altra auto. La polizia ha anche potuto accertare che il tentativo di truffa in questione era il terzo posto in essere in zona dai due nel solo pomeriggio del 6 novembre scorso. Gli investigatori hanno anche perquisito le macchine utilizzate dai malviventi trovando alcuni dei gioielli rubati il 4 novembre a Varese. A quanto pare i due fermati facevano parte di una banda specializzata in truffe di questo genere utilizzando come “scusa” prima gli incidenti stradali, poi il Coronavirus.

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