Venegono, doppio stupro in treno: un teste scagiona gli imputati. E riconosce il “terzo uomo”

VENEGONO INFERIORE – Doppio stupro in treno: le difese di Anthony Fusi Mantegazza ed Hamza Elayar, che vennero arrestati con decreto di fermo in meno di 48 ore ore dai fatti, portano sul banco quello che, per loro, può diventare il teste chiave.

Il teste a difesa

La vicenda è nota e di estrema gravità: nella serata del 3 dicembre 2021 due giovani donne furono aggredite sessualmente una in treno, all’altezza di Venegono Inferiore, l’altra pochi minuti dopo in stazione a Vedano Olona. Due giorni dopo arrivarono i fermi. Nel corso del processo il riconoscimento dei due imputati da parte delle vittime ha subito alcune battute d’arresto. Una delle due ragazze ha invece identificato un terzo uomo.

Il terzo uomo

Uomo che, stando a quanto testimoniato oggi, martedì 31 gennaio, davanti al collegio del Tribunale di Varese presieduto da Cesare Tacconi, era presente nell’abitazione di Mantegazza dove era in corso una festa la notte in cui i due imputati furono fermati. Il teste ha infatti identificato in “Mister X” il ragazzo con il colbacco visibile dai filmati delle videocamere di sorveglianza in stazione al momento delle aggressioni. Colbacco sul quale non sono state trovate tracce biologiche dei due imputati. Un “Mister X” attualmente irreperibile che, però, fu identificato, la notte dei fermi, insieme a tutti coloro che erano presenti al party in casa di Mantegazza.

L’alibi e lo smartphone

Lo stesso teste, oggi, ha asserito che la sera delle violenze si trovava in treno con Elayar e che quando arrivarono in stazione le forze di polizia erano già presenti perché le due vittime avevano già denunciato l’accaduto. Il testimone, di fatto, fornisce un alibi a Elayar e, de relato, anche a Mantegazza nel momento in cui ha asserito che il giovane quella sera aveva detto di voler andare a ballare in un locale di Tradate. E proprio a Tradate all’ora delle aggressioni lo geolocalizza la cronologia di Google del suo smartphone prodotta dai difensori Monica Andreetti e Mauro Straini. Chiusa l’istruttoria su torna il aula il 27 febbraio per la discussione. Al termine dell’udienza il presidente Tacconi non ha trasmesso gli atti a carico del teste né per falsa testimonianza né per favoreggiamento.

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