Venerdì 16 sciopero generale (ma non unitario) a Varese. «Manovra iniqua»

Da sinistra: Stefania Mantellini e Antonio Massafra (Uil), Stefania Filetti e Daniele Bandi (Cgil)

VARESEUna manovra iniqua e che non risponde ai bisogni dell’Italia. Così Cgil e Uil Varese definiscono la legge di bilancio del governo Meloni, contro la quale i due sindacati scenderanno in piazza venerdì 16 dicembre 2022 anche nella città giardino. Appuntamento in vista del quale oggi, mercoledì 13 dicembre, sono state presentate le ragioni della protesta presso la sede della Cgil di Varese.

In piazza senza la Cisl

Una mobilitazione che dunque sarà solo a due voci e non unitaria: la Cisl non ha aderito allo sciopero generale proclamato per la Lombardia da Cgil e Uil, all’interno dello sciopero nazionale che si svolge nell’arco di tutta la penisola in diverse regioni d’Italia. «Auspichiamo di poter recuperare e insieme alla Cisl trovare degli elementi comuni, ma soprattutto di individuare quando serve lo sciopero come strumento di protesta e rivendicazione – sottolinea Stefania Filetti, segretario generale della Cgil di Varese – nei due incontri col Governo le risposte non sono arrivate e quindi abbiamo deciso di scioperare». A Varese in occasione dello sciopero si terrà un presidio nella mattinata di venerdì 16 dicembre davanti alla Prefettura di Varese in piazza Libertà dalle 9 alle 12, con una delegazione sindacale che alle 10.30 sarà ricevuta dal prefetto Salvatore Pasquariello. A lui Cgil e Uil presenteranno le proprie valutazioni rispetto alla finanziaria.

Le critiche alla manovra

«Una manovra che abbiamo giudicato iniqua e non corretta rispetto ai bisogni e le necessità che il paese al momento esprime – continua Filetti – è una manovra che toglie a chi ha più bisogno mentre chi ha una condizione più abbiente si vede consegnare da questa finanziaria delle agevolazioni, soprattutto per quanto riguarda il fisco. Con questa finanziaria poi il Governo dice che non ci sono soldi per rinnovare il contratto nazionale della pubblica amministrazione». Quindi il tema del reddito di cittadinanza. «A causa di una piccolissima percentuale di chi ha abusato di questo strumento si fa di tutta l’erba un fascio e si vuole eliminare questo importante istituto che ha aiutato tante famiglie».

Finanziaria da rivedere

Anche per la Uil è una manovra da rivedere. «Colpisce le persone che stanno peggio, non aumenta il potere d’acquisto, non combatte l’evasione fiscale e non indica in quale direzione vuole andare il paese in termini di politica industriale – sottolinea il segretario generale della Uil di Varese Antonio Massafra – in campagna elettorale gli slogan sono stati contro migranti e reddito di cittadinanza: è come se il disagio sociale dipendesse da queste due cose. C’è una crisi di identità anche da parte dell’apparato politico ed è molto pericoloso perché ne va della tenuta sociale e della democrazia. Il Governo Meloni nell’incontro coi sindacati a Roma ha detto che le risorse sono poche: per noi questa è proprio una buona ragione per spendere bene questi soldi».