VISTO & RIVISTO Interessante rilettura di un classico thriller degli anni ottanta

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di Andrea Minchella

VISTO

ATTRAZIONE FATALE LA SERIE, di Alexandra Cunningham- Kevin J. Hynes (Fatal Attraction 2023 Tv Series, Stati Uniti 2023, 8x 53/61 min., Amblin Television- Paramount Television, Paramount +).

All’inizio ero parecchio scettico. L’idea di assistere ad un’ennesima trasposizione di un “cult” degli anni ottanta in un prodotto commerciale realizzato solo per intrattenere un manipolo di spettatori rimbambiti dal recente sovraccarico produttivo delle piattaforme televisive mi rendeva nervoso. Ma da appassionato di cinema e incuriosito dalle nuove (ormai non più così nuove) forme di narrativa ho deciso di guardare “Attrazione Fatale” che Paramount Plus sta trasmettendo in questi giorni. E, come spesso accade quando si è molto prevenuti, sono rimasto meravigliato e soddisfatto da un prodotto che, seppur carico di limiti narrativi soprattutto se accostato al capolavoro di Adrian Lyne, è riuscito a raggiungere lo scopo di intrattenermi per qualche ora.

La serie, divisa in otto episodi ben realizzati e basati su una scrittura originale e finemente strutturata, ripercorre la storia malata di due amanti come quella raccontata più di trentacinque anni fa nel potente film con Michael Douglas e Glenn Close. Qui troviamo un irriconoscibile Joshua Jackson, quello di “Dawson Creek” e di “The Affair”, che interpreta Dan Gallagher, l’uomo di cui si invaghisce Alex Forrest, una magnetica e subdola Lizzy Caplan. La costruzione dei due personaggi e la loro collocazione in un tribunale della California, lui procuratore e lei specialista nel rapporto con le vittime di reati violenti, non fa per nulla rimpiangere la coppia iconica del capolavoro di Adrian Lyne.

Il piano narrativo si sviluppa su due archi temporali. Questa scelta rende più avvincente e mai scontata la visione e il ritmo narrativo dell’intera serie. I fatti in cui Dan viene sedotto da Alex si riferiscono al passato. La novità rispetto al film è il presente, in cui la figlia di Dan, ormai adulta rispetto a quando si sono verificati i fatti tragici che hanno portato suo padre in carcere, cerca di ritrovare un rapporto da tempo arenato con il padre. Il continuo passaggio dal passato al presente rende il filo narrativo sempre vivo e trasforma la vicenda in un’interessante avventura giudiziaria in cui Dan, dopo molti anni di carcere per il presunto omicidio di Alex, cerca di dimostrare la sua innocenza. Questo aspetto allontana la serie dal rischio di diventare un’inutile e stucchevole fotocopia dell’intenso film in cui Douglas e Colse interpretarono la storia d’amore più malata che il cinema avesse mai raccontato.

Dunque questo prodotto si è rivelato interessante e intelligentemente riadattato al tipo di veicolo, la serie, che è stato utilizzato. Anche se la sceneggiatura di Alexandra Cunningham è ben scritta, il limite più grande, forse, che questa produzione si porta dietro è probabilmente una capacità limitata di mettere in scena l’idea di trasgressione e di follia che, invece, trasudava dalla pellicola disturbante del visionario Lyne. La regia del regista di “9 Settimane e ½” trasformò una assurda storia di “stalking” in un viaggio asfissiante nella malattia e nell’ossessione che spesso sono strettamente collegati alle forme d’amore più estreme. Nel film la scelta degli attori fu geniale. Il viso di Glenn Close si è impresso definitivamente nella mente degli spettatori come l’immagine plastica della donna capace di tutto pur di stare con la persona che crede di amare. Qui il casting ha comunque saputo individuare due facce che ben si prestano ai personaggi. Forse l’affaticato Jackson risulta troppo appesantito e rallentato se lo mettiamo vicino all’affascinante Douglas, ma il risultato complessivo è comunque più che soddisfacente.

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RIVISTO

ATTRAZIONE FATALE, di Adrian Lyne (Fatal Attraction, Stati Uniti 1987, 115 min.).

Un anno dopo il dirompente “9 Settimane e 1/2” l’ex pubblicitario Adrian Lyne torna a raccontare una storia d’amore malata. Ma se con Mickey Rourke e Kim Basinger avevamo assistito ad una storia distruttiva e morbosa, in “Attrazione Fatale” Lyne dà sfogo alla cieca violenza da parte di un’ossessionata Glenn Close nei confronti del suo oggetto amoroso Michael Douglas.

Un soggetto potente, una sceneggiatura perfetta e la regia magistrale di Lyne danno vita ad uno dei “thriller” più convincenti e macabri di sempre.

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