Zambon (Pd): «La cultura spacca il centrodestra di Gallarate. Ma il Maga non si tocca»

Zambon maga gallarate

GALLARATE – Il sindaco Andrea Cassani (Lega) ha attaccato il Maga per lo scarso numero di visitatori, il suo assessore alla Cultura Isabella Peroni (Forza Italia) lo ha difeso a spada tratta, dichiarando che fino a quando ci sarà lei in giunta il museo d’arte contemporanea di Gallarate sarà tutelato, salvaguardato e potenziato. Un duello a distanza ieri 13 febbraio in Commissione Cultura (Cassani infatti aveva lasciato la seduta prima dell’intervento della forzista) che non ha lasciato indifferenti i commissari presenti. Tra questi Anna Zambon, rappresentante del Pd: «Non mi aspettavo un intervento così duro da parte dell’assessore Peroni, ma soprattutto non pensavo che sul Maga ci fossero frizioni così forti all’interno della maggioranza».

Sto con Peroni

Anna zambon«Condivido pienamente le dichiarazioni dell’assessore», dice all’indomani della seduta la giovane dem. «Mi è spiaciuto soltanto che le abbia dette in assenza del sindaco, perché un confronto finalmente chiaro davanti a tutti gli amministratori della città sarebbe stato senza dubbio utile. Ma Peroni ha ragione, non si può pensare soltanto ad asfaltare le strade, l’arte del Maga non è di nicchia e se si vuole mantenere alto il livello bisogna continuare a fare esattamente ciò che è stato fatto finora. La città deve investire in cultura».

I ragazzi una presenza fondamentale

Mostrando pubblico apprezzamento per il lavoro svolto da Sandrina Bandera (presidente del Maga) ed Emma Zanella (direttrice), Zambon sottolinea in particolare la notevole presenza di studenti universitari (ma non solo) che hanno scelto il Maga come sala studio. «E’ diventata una vocazione del Maga al pari dell’aspetto espositivo e museale», sottolinea Zambon. Per questo fa sapere di non aver apprezzato alcune battute del sindaco che invece, secondo lei, sembra non intravederne le reali potenzialità. «Vengono a studiare al Maga ragazzi da Busto e persino da Milano, ragazzi che al termine della giornata si fermano per mangiare qualcosa, andare a teatro o nei locali. Aiutano insomma a creare in città proprio quel calore del territorio di cui Bandera parlava in Commissione per provare ad aumentare il numero di visitatori».

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