Zingaretti e Sala a Legnano per Radice. Malumori sui mancati apparentamenti

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LEGNANOCarolina Toia ha schierato in campo per due volte Matteo Salvini e il suo rivale nel ballottaggio, Lorenzo Radice, risponde organizzando un confronto-dibattito pre elettorale con il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. La serata è in programma mercoledì 30 settembre alle ore 20.30 al ristorante Giardino in via Marconi 7 a Legnano. L’ingresso sarà solo su prenotazione (il numero di telefono non è stato ancora comunicato). Nel frattempo, il candidato del centrosinistra (nella foto, in piazza durante lo spoglio del primo turno) deve fare i conti con i malumori di alcuni dei suoi possibili sostenitori al ballottaggio, delusi dal mancato apparentamento.

Rogora (Verdi): «È mancato il coraggio, felice di tornare a insegnare»

«Alla bellissima esperienza dei confronti che hanno preceduto il primo turno elettorale è seguita una settimana in cui ci siamo trovati travolti da illazioni e interpretazioni cervellotiche che non ci appartengono»: si apre così il lungo sfogo di Alessandro Rogora (Europa Verde), escluso dal secondo turno ma anche dal Consiglio comunale. «In questa campagna – spiega Rogora – credevamo di avere parecchi punti di convergenza con le liste a sostegno di Lorenzo Radice e non abbiamo nascosto la nostra disponibilità a un apparentamento. Abbiamo ricevuto generici attestati di stima, ma la chiusura ad ogni ipotesi di apparentamento. Radice ha deciso di chiudere a contributi esterni e mantenere al proprio interno l’intero pacchetto degli eventuali consiglieri di maggioranza, non permettendo di avere in Consiglio un rappresentante dei Verdi. Ci aspettavamo da Lorenzo un po’ più di coraggio – per riprendere lo slogan che ha scandito la sua campagna elettorale – per costruire un progetto condiviso di svolta per la città. Al dialogo tra pari si è preferito gestire rapporti di subalternità. Siamo particolarmente delusi da questo comportamento. Crediamo, quindi, sia giusto lasciare a chi ci ha votato al primo turno piena libertà di scelta». Rogora chiude con due “confessioni”. La prima, «un saluto a Franco Brumana con cui ho avuto scontri anche duri in questa campagna. Sabato ci siamo incontrati per mettere una pietra sopra al passato e in quel frangente, mentre discutevamo, abbiamo pensato di fare una appello congiunto agli elettori. Sono contento che con Brumana ci si sia chiariti e tutto sia finito con una franca stretta di mano». La seconda: «Da domani potrò finalmente tornare a tempo pieno a lavorare con i miei studenti, le mie ricerche e le mie pubblicazioni dopo questa breve e poco soddisfacente esperienza politica che cercherò di archiviare quanto prima».

E Brumana: «Caccia alle poltrone? Voleva solo consiglieri del Pd»

A Radice augura di vincere «nonostante il suo errore» il citato Brumana, che sempre oggi, lunedì 28 settembre, fa chiarezza come Rogora sulle ultime polemiche in seno agli oppositori del centrodestra. «In questi giorni – lamenta il candidato sindaco del Movimento dei Cittadini – si è scatenata una canea di seguaci di Radice, che ha mosso accuse personali per giustificare la scelta, che reputo assurda, di rifiutare un’alleanza elettorale che facesse partire il candidato Radice da oltre il 50% dei consensi. Costoro hanno riferito cose non vere e soprattutto che la richiesta di alleanza fosse motivata solo con la ricerca di poltrone». Dopo aver ribadito che al ballottaggio voterà per Radice, il candidato civico puntualizza: «Occorreva dare agli elettori la possibilità di votare comunque anche per me e per il Movimento dei Cittadini: con l’apparentamento avrebbero trovato il loro simbolo sulla scheda elettorale e avrebbero votato su punti programmatici della loro lista recepiti da Radice. Inoltre, era necessario dare visibilità alla coalizione con l’indicazione preventiva del mio nome nella giunta. Radice si è dichiarato favorevole a tutto, compresa la visibilità, ma ha rifiutato ogni forma di coalizione elettorale perché avrebbe comportato che gli alleati sarebbero stati compresi nella maggioranza e quindi avrebbero avuto consiglieri comunali a scapito del Pd. La direzione regionale e quella metropolitana del Pd sono intervenute ripetutamente per cercare di convincere Radice ad accettare l’apparentamento. In ogni caso – conclude Brumana – ho sempre dichiarato che al secondo turno avrei votato Radice senza pretendere alcuna contropartita».

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