A Gallarate Forza Italia corteggia Mucci. La telefonata con Farioli e i mille dubbi

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GALLARATE – La voce gira in città. Più di una voce: Nicola Mucci, ex sindaco berlusconiano, torna in campo. Lo corteggiano i suoi amici di un tempo, in deficit di leader veri, fiaccati dall’inchiesta Mensa dei poveri che ha decapitato la sezione locale forzista; lo rivorrebbe in pista Gigi Farioli, commissario cittadino nominato con lo scopo di rimettere in piedi il gruppo; lo aspettano diverse persone che gli sono rimaste legate fin dai due mandati alla guida di Palazzo Borghi, nel primo decennio del Duemila. E lui, cosa dice? “Ho parlato al telefono con Farioli – rivela a Malpensa24 – E’ stata una chiacchierata amichevole. Gli ho promesso che presto prenderemo un caffè insieme, ma di tornare alla politica attiva per ora non me la sento”.

Lo spiraglio

Per ora, e domani? “La questione è complessa. Non nascondo che mi ha fatto piacere sapere che Forza Italia mi vorrebbe ancora con sé, ma rimettere in piedi il gruppo dei moderati non è un’impresa scontata. Gli scenari sono cambiati e stanno ancora cambiando, vince chi urla di più, non chi ragiona. La politica riserva insidie e sorprese a ogni piè sospinto. Oggi ho la mia famiglia, il mio lavoro, rimettermi in gioco mi costerebbe parecchio. Vedremo”. Per dirla in un altro modo, Mucci lascia aperto uno spiraglio. Le elezioni amministrative sono tra poco meno di un anno, c’è agio per riflettere e decidere. Evidente che un suo ritorno a Gallarate sulla scena pubblica sarebbe salutato in modo favorevole da una sezione al momento boccheggiante, checché ne dica qualcuno che non ha ben chiaro il contesto. E le scarse potenzialità.

Quanto pesa il passato

Le vicende del passato, gli screzi politici e personali di Mucci con i vertici di Agorà, la componente interna ai berlusconiani gallaratesi dominata da Nino Caianiello, le sue adesioni a partitini (Lista Albertini, Scelta civica, Ncd) che in qualche modo hanno disturbato la ex corazzata forzista, sono questioni ampiamente superabili e superate. I possibili intoppi riguardano il presente, a cominciare dai rapporti di Mucci con l’alleata Lega e con l’attuale sindaco Andrea Cassani, fino alla possibile e probabile presenza di liste civiche di derivazione forzista, se mai Agorà dovesse decidere di staccarsi ufficialmente dal partito che l’ha generata e con il quale è ora ai ferri corti. Di più, va posto nel conto l’appeal della stessa Forza Italia nel Varesotto, dalle inchieste giudiziarie fino alla scarsa capacità di interlocuzione all’interno del centrodestra, dove è al traino della Lega un po’ dappertutto; per finire alle critiche rivolte a Giacomo Caliendo, commissario in provincia e presidente della commissione di Palazzo Madama che ha rimesso in asse i vitalizi: si tratta di una serie di situazioni che giocano a sfavore di un apprezzabile risultato alle urne.

Chi me lo fa fare?

Sono tutte considerazioni che non sfuggono a Mucci, capace più di altri di trarre conclusioni su quanto accade a tutti i livelli. Al di là del mai spento “mal di politica” che potrebbe convincerlo a dire di sì, potrebbe invece far premio la domanda: chi me lo fa fare? Benché sia scontato che oggi, nelle condizioni attuali dei berlusconiani, un Mucci di nuovo in pista farebbe la differenza. Se non altro per esperienza, forza di interlocuzione e, lasciatecelo dire, eloquio.

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