A Gallarate l’incontro Bianchi/Salvini. In gioco la candidatura a sindaco di Varese

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VARESE – Il faccia a faccia è in agenda a Gallarate, ma in gioco c’è il futuro politico di Varese. Martedì 29 giugno, il centrodestra della Città Giardino potrebbe finalmente avere il suo candidato sindaco. Tutto dipende da ciò che Matteo Salvini, leader della Lega in visita in mattinata proprio a Gallarate, dirà a Matteo Bianchi, il parlamentare di Morazzone che il Carroccio, dopo una infinita serie di no, di indeterminatezze e imbarazzanti tira e molla, vorrebbe esprimere alla guida della coalizione in gara per Palazzo Estense.

Su Bianchi stanno facendo pressing in molti, non solo dal versante leghista ma anche dalle sponde degli alleati forzisti e meloniani, tutti convinti che l’ex segretario provinciale della Lega sia più o meno l’ultima spiaggia per chiudere la vicenda delle candidature a Varese. Bianchi non ha detto di no, riflette e pone sul tavolo alcune condizioni che gli rendano accettabile la retrocessione istituzionale: dal parlamento, dove si sta mettendo in luce con diverse attività, al Comune. Immolarsi per la causa, va bene, però non a fondo perduto. Per dirla in un altro modo, servono garanzie per il suo futuro, per non gettare al vento una carriera politica che va via via rivelandosi importante. Garanzie che soltanto Salvini può dare a Bianchi.

Ed ecco le ragioni del colloquio, organizzato a margine del tour gallaratese del segretario federale, programmato per visitare alcune aziende e per inaugurare il Cassani point per le elezioni amministrative. E’ noto che Matteo Salvini è il principale sponsor del primo cittadino uscente di Palazzo Borghi e intende sostenerlo anche in presenza per la sua rielezione.

Dopo di che resta da definire il caso di Varese, dove il passo indietro di Bobo Maroni a causa delle sue serie condizioni di salute ha aperto una voragine in fatto di candidature per il centrodestra. Il balletto di nomi ha visto “in pista” decine di pretendenti, tutti finiti, per una ragione o per l’altra, ai margini. Fino all’ultimo no, quello del civico Giorgio Merletti e il ritorno forzato sulla scena di Matteo Bianchi. Accanto a lui rimane un altro possibile candidato di bandiera, Marco Pinti. Fermo restando che Bianchi, ad oggi, salvo sorprese, gode del consenso unanime della coalizione. La partita è però in mano a Salvini: dalle sue rassicurazioni dipende lo sbocco tanto atteso.

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