A Varese sfilano i Cobas: «No green pass e tamponi a carico delle aziende»

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VARESE – Accompagnati da La Locomotiva di Francesco Guccini e bandiere rosse al vento, questa mattina (lunedì 11 ottobre), da piazza Montegrappa alla sede della prefettura sono sfilati i Cobas per dire “No al green pass” e chiedere “tamponi per tutti, ma pagati dagli imprenditori“.

Erano, più o meno, un centinaio. Guidati da Antonio Ferrari segretario generale della Flmu (Federazione lavoratori metalmeccanici unitari) i manifestanti si sono dati appuntamenti sotto la Camera di commercio. Per poi andare in corteo, tra rulli di un tamburo e vuvuzelas, in piazza Libertà, sotto la sede prefettura. Ad aprire il corteo, che ha sfilato in via Sacco, uno striscione con scritto “No green pass + sanità pubblica” e a chiuderlo un’altro con la firma degli organizzatori: Cobas.

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L’imprenditore paghi i tamponi

A spiegare le ragioni della manifestazione Antonio Ferrari: «Qui non ci sono no vax, anche perché il problema non sono i vaccini. Il green pass però non è lo strumento per combattere questa pandemia. Il virus lo sconfigge garantendo più sanità pubblica. Ed è questo che chiediamo. Come chiediamo che la salute di chi lavora sia tutelata dai “padroni”, che si devono fare carico del costo dei tamponi. Test che devono essere obbligatori anche per i vaccinati, perché anche loro, potenzialmente, sono portatori del virus. Questo sistema del green pass non va bene. E in questo modo si vuol solo spaccare la classe operaia».

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