Accam, gli “antonelliani” fanno le pulci alla Newco. «A Busto una golden power»

BUSTO ARSIZIO – Su Accam il gruppo civico Risvegliamo Busto spariglia il campo della maggioranza di centrodestra con quattro proposte di modifica al “progetto di economia circolare” che settimana prossima approderà in consiglio comunale per l’approvazione definitiva. Correzioni non di poco conto, perché si chiedono garanzie sulla governance, come la nomina di un amministratore indipendente e una rappresentanza della società civile nel CdA, ma anche di concedere una sorta di “golden power” ad Agesp per assicurare che Busto, sul cui suolo sorge l’inceneritore Accam, non debba «subire determinazioni imposte» dagli altri soci. E ancora, di anticipare al 2030 azioni concrete di sostenibilità nell’ottica dell’economia circolare e di fissare prima del 2032 «momenti di verifica sull’economicità della gestione», una sorta di “tagliando” per valutare se valga la pena continuare con l’inceneritore o spegnerlo.

Scatto in avanti

A fare le pulci al piano per la Newco, finora portato avanti in modo quasi granitico, è il gruppo Risvegliamo Busto, per voce del suo referente Francesco Iadonisi, che è anche il referente della Lista Antonelli in vista della prossima tornata elettorale dell’autunno. Proposte che vanno «nell’ottica di migliorare» il progetto della Newco che arriverà in approvazione in consiglio comunale martedì prossimo, 22 giugno, ma che marcano una certa differenza rispetto sia all’approccio portato avanti finora dal sindaco Emanuele Antonelli sul tema, sia al lavoro fatto da Agesp, la partecipata comunale presieduta dal leghista Giampiero Reguzzoni, che insieme alla “legnanese” Amga e a Cap Holding ha messo nero su bianco il piano di salvataggio di Accam. Uno scatto in avanti che in parte si allinea ad alcuni dubbi sulla posizione di minoranza di Busto (al 33% della Newco con Agesp) espressi in commissione anche dalla leghista Paola Reguzzoni.

«Nell’ottica di un miglioramento»

Il gruppo civico Risvegliamo Busto «condivide il Nuovo progetto di economia circolare», ma vuole «migliorarlo». In modo sostanziale. Proponendo quattro modifiche, che in parte strizzano l’occhio ad alcune delle preoccupazioni del fronte avverso. La prima suggerisce di «tenere in considerazione gli “obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite” per il 2030» all’interno del piano industriale della Newco, che «pone, invece, un generico riferimento all’avvio dell’economia circolare entro il 2032». Mentre sarebbe «doveroso richiedere che il piano industriale sia rivisto nell’ottica di implementare entro la fine del 2030 azioni concrete e misurabili un piano di sostenibilità idoneo a concorrere con il raggiungimento» degli obiettivi.

Le garanzie per Busto

La seconda proposta riguarda la costituzione della Newco. «Da primo azionista di Accam, Busto, tramite Agesp, nella futura composizione della Newco risulterebbe avere una quota pari al 33% del capitale sociale, mentre il 67% del capitale sarà di proprietà dei 2 restanti soci. Alla luce della documentazione esaminata, non risulta alcun diritto di voto speciale o un cosiddetto “golden power” riservato ad Agesp. Circostanza che potrebbe portare in una posizione di minoranza la posizione cittadina». Ecco che lo statuto della Newco o i patti parasociali, secondo Risvegliamo Busto, dovranno «identificare regole di governance che tutelino la Città e la salute dei residenti con particolare riferimento alle politiche di gestione dell’inceneritore».

La governance della Newco

Il terzo punto, il più delicato, riguarda la governance della Newco. E qui Iadonisi & C. invocano «espliciti presidi di compliance, con particolare riferimento ad affidamenti di incarichi diretti, attività di procurement, gestione dei flussi finanziari, salute e sicurezza sul lavoro e rispetto della normativa ambientale», da inserire nel piano di avvio «in considerazione di recenti eventi di cronaca che hanno evidenziato delle criticità nella gestione delle procedure interne e della trasparenza». Ma anche la nomina di «almeno un amministratore indipendente, che non abbia mai rivestito incarichi politici nei cinque anni precedenti, né consulenziali per le società socie, scelte fra professionisti di comprovata fama e competenza in ambito ambientale», e soprattutto di «garantire anche a referenti del mondo associativo e della società civile, nonché dei dipendenti, una rappresentanza in seno al CdA», magari adottando «un modello di gestione dualistico con l’istituzione di un consiglio di gestione e un consiglio di Sorveglianza, in luogo del CdA».

Il “tagliando” all’inceneritore

Infine, ed è il quarto punto, Risvegliamo Busto chiede di «identificare sin d’ora dei momenti di verifica sull’economicità della gestione e, in prospettiva di
continuità industriale, definire un piano che possa portare a decidere con congruo anticipo rispetto al 2032 l’opportunità di proseguire l’attività», investendo sugli impianti, o di cessarla, procedendo alla bonifica. Ora tocca alla maggioranza rispondere politicamente. Mercoledì 16 e venerdì 18 giugno, intanto, la commissione su Accam tornerà a riunirsi per procedere alle risposte formali alle osservazioni, poi il 22 giugno il piano approderà in consiglio comunale.

Coalizione Ferrario: «Inceneritore Accam da chiudere». Nogarin: «Serve coraggio»

busto arsizio accam newco risvegliamo – MALPENSA24