Accam, suolo e falda sono a posto. Con la Newco un impianto per riciclare pannolini

BUSTO ARSIZIO – Con una prima commissione-fiume, durata tre ore, è iniziato l’iter della consultazione pubblica sul “piano industriale di avvio per lo sviluppo di politiche sulla economia circolare“, che altro non è che il progetto di costituzione della Newco del ciclo integrato dei rifiuti tra Agesp, Amga/Ala e Cap Holding che dal 1° luglio dovrà prendersi in carico la gestione dell’inceneritore Accam. È il primo atto di una maratona che, a Busto Arsizio, dovrebbe concludersi il 22 giugno con il consiglio comunale dedicato all’approvazione del piano della Newco. Nel frattempo si mobilita anche il fronte No Accam: oltre al convegno organizzato dalla coalizione Ferrario per il 6 giugno con l’ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin, la sera di lunedì 7 giugno il comitato spontaneo No Accam si ritrova alle 21.15 nel salone della parrocchia del Redentore per chiedersi “mettereste a rischio la salute per il denaro?”.

L’operazione

Un’operazione, illustrata in primis dal direttore generale di Agesp Gianfranco Carraro, che prevede un esborso di 7,2 milioni per acquisire il ramo d’azienda da Accam, società che andrà verso la liquidazione dopo aver “smaltito” i debiti che ha in pancia, e 8,3 milioni di investimenti per il ripristino della capacità produttiva dell’impianto (che da quando le turbine sono fuori uso non genera più energia elettrica bruciando i rifiuti). La Newco (ancora senza nome), sarà «una società benefit operante secondo lo schema dell’in house providing», e in fase di avvio sarà partecipata al 33% da Agesp, al 33% da Cap Holding e al 34% da Amga/Ala. Sono previste 33 nuove assunzioni, che andranno ad aggiungersi ai 18 dipendenti attualmente in carico ad Accam (il direttore generale ha dato le dimissioni pochi giorni fa) che verranno assorbiti.

I nuovi impianti

«Non è greenwashing, ma attività a favore dell’ambiente facendo economia» hanno spiegato i promotori. Dopo la fase di avvio, infatti, è prevista una fase di sviluppo che guarda all’economia circolare. Tra gli scenari delineati dal piano, è prevista l’integrazione di nuovi impianti che si affiancheranno alle attività centrali (due linee di incenerimento e smaltimento di rifiuti ospedalieri e residui secchi). Tra cui anche un innovativo impianto per il riciclo dei pannolini: «Sarebbe l’unico in Lombardia – sottolinea Giorgio Ghiringhelli, esperto ambientale e consulente di Agesp – quello realizzato a Treviso è in perdita perché usa vapore per far funzionare l’autoclave che separa i componenti da riciclare, qui si potrebbe utilizzare il “cascame” termico dell’inceneritore». Ma tra le idee progettuali c’è anche un centro di selezione secondaria di plastica e carta, un impianto di recupero delle terre di spazzamento, un impianto di trattamento evoluto dei rifiuti ingombranti e uno dedicato al trattamento delle bioplastiche scartate dal rifiuto umido.

Le analisi sui suoli e sulla falda

Nell’ambito della due diligence condotta per arrivare a definire il piano, è stata realizzata anche un’analisi sullo stato delle aree interne ed esterne per una stima dei costi di bonifica a fine ciclo dell’inceneritore. «Ci siamo concentrati sugli impianti e sulle zone di mitigazione, oltre che sulla falda – spiega Eugenio Gosso, presidente della Paeb di Pioltello, società specializzata in bonifiche di aree contaminate – dal punto di vista qualitativo le aree verdi analizzate rispettano i limiti per destinazioni residenziali, con un’unica anomalia per una lieve eccedenza di PCB e un terrapieno di una rampa di risalita che potrebbe contenere materiali estranei. Ma confrontando il quadro con le indagini precedenti all’ultima bonifica, la qualità è decisamente migliore. Allora le diossine superavano il limite per le destinazioni industriali, ora sono di due ordini di grandezza sotto i limiti residenziali». Anche i campionamenti eseguiti sulla falda mostrano che «l’impianto non crea impatti». La stima preliminare dei costi di bonifica “cuba” quindi tra il milione e il milione e mezzo di euro, mentre la stima totale dell’eventuale bonifica post-inceneritore contenuta nel piano ammonta a 5,7 milioni di euro.

Accam, la Newco per Busto è «una grande opportunità». Consultazione al via

busto arsizio accam newco – MALPENSA24