Busto, Accam: la Lega frena, ma sulla caserma incalza il governo

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BUSTO ARSIZIO – La Lega frena su Accam: «Prima vogliamo vedere i numeri e poi prenderemo una decisione», ma non demorde sulla nuova caserma dei carabinieri: «Sulla cifra dell’affitto bisogna aprire una trattativa e il governo mandi a Busto più uomini. Subito».

I due argomenti caldi, ovvero chiusura dell’inceneritore e trasloco dei carabinieri in via Bellini, sono stati al centro della discussione durante il direttivo del Carroccio che si è tenuto ieri sera, martedì 18 settembre. Questioni annose per la città e sulle quali la Lega, per voce del segretario cittadino Francesco Speroni, non ha risparmiato critiche e messo sul tavolo della maggioranza le proprie istanze a proposito. Ma andiamo con ordine nel raccontare quanto è emerso dalla riunione dei vertici leghisti bustocchi.

Accam e i dubbi leghisti sul rinvio della chiusura

La dichiarazione di Speroni contro lo slittamento della chiusura dell’impianto e la conferma dello stop al 2021 ha messo tutti sul “piede di guerra”. E la conferma che la posizione dei leghisti bustocchi, oltre che fuori dal coro avrebbe potuto creare qualche problema è arrivata anche dalla tempestiva dichiarazione del sindaco di Gallarate Andrea Cassani. Il primo cittadino, infatti, senza alzare i toni della polemica, ha invitato i leghisti a fare una più approfondita riflessione. Cosa che per altro è avvenuta proprio nella riunione di ieri sera.

Alla fine della discussione interna la decisione è stata quella di non decidere. Per il momento. E il perché lo spiega proprio Speroni: «A oggi c’è una delibera di consiglio che fissa la chiusura dell’attività al 2021 e per noi quel documento rimane valido. Come la data fissata. Però ci sono voci, che abbiamo sentito anche noi, ma al momento sono solo parole, che ipotizzano uno spostamento della fine attività. Bene. Noi non prendiamo decisioni sul “sentito dire”. Per questo prima vogliamo capire e vedere i numeri ufficiali».

Insomma non una retromarcia rispetto a quanto annunciato. Piuttosto una frenata tattica. «Cassani ha ragione – dice Speroni – le decisioni si possono cambiare. Ma per farlo dobbiamo avere in mano numeri certi. Tanto più che fino a giugno i vertici della società Accam parlavano di utili già nel 2019, mentre ora le voci dicono che la situazione economica è così drammatica da richiedere un rinvio dello stop. Insomma c’è parecchia confusione. Forse Cassani ha in mano dati e documenti che noi non abbiamo, però ora vogliamo vederci chiaro». A partire da domani sera, giovedì 20 settembre, durante la commissione consigliare dove verrà affrontato l’argomento. E dove dovrebbe venire discusso anche il testo di una mozione del sindaco Antonelli, in cui si parla di rinvio della chiusura e rispetto al quale, pare, che Lega voglia proporre qualche modifica.

«La situazione – conclude Speroni – mi sembra poco chiara. Lo ripeto, a oggi per noi fa fede la chiusura al 2021. Anche se siamo disponibili a rivedere la nostra posizione a fronte però di dati e numeri certi, poiché nemmeno noi vogliamo il fallimento di Accam. Però una cosa va detta. In tutti questi anni l’inceneritore ha dato pochi utili. Di certo, oltre ai rifiuti, ha bruciato parecchie risorse ai Comuni».

Sulla caserma non si arretra. Semmai si tratta

L’altro nodo da sciogliere è quello della caserma, o meglio dell’affitto. Che in base a una vecchia normativa e secondo i calcoli fatti non dovrebbe superare i 10 mila euro all’anno. «Siamo già rimasti “scottati” con il commissariato di polizia – continua Speroni – tanto che gli uomini in più promessi, e che sarebbero dovuti arrivare in città, non si sono visti. Non vorremmo che andasse così anche per la nuova caserma dei carabinieri. Il nostro ragionamento è semplice: oggi al governo c’è la Lega, quindi potrebbe arrivare fin da subito un segnale di attenzione per Busto con la destinazione di maggior personale. Troviamo assurdo che per un immobile come la nuova caserma lo Stato debba pagare un affitto irrisorio. Non chiediamo di rispettare le cifre che impone il mercato, ma di valutare meglio il valore d’affitto. Insomma siamo convinti che i margini per aprire una trattativa ci sono. Credo serva solo la volontà di farlo. Su questo non retrocediamo un passo».

 

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