Accam, una road map per il salvataggio. Brumana vuole la commissione d’indagine

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BUSTO ARSIZIO/LEGNANO – C’è una road map per salvare Accam dal baratro del fallimento. Il tempo stringe e gli attori in campo per mettere a punto l’operazione che dovrà garantire continuità e investimenti alla società che gestisce l’inceneritore di Borsano devono arrivare a definire nero su bianco le modalità di partecipazione al piano di risanamento, attraverso una manifestazione d’interesse, che servirà a far sì che poi i sindaci dei Comuni soci possano definire un atto d’indirizzo da portare in approvazione nei rispettivi consigli comunali, indicativamente nel mese di gennaio. Prima dell’assemblea decisiva, che potrebbe a questo punto slittare al primo mese del 2021., rinviando ancora l’approvazione del bilancio 2019.

Amga, Agesp e Cap

L’asse su cui si gioca la partita, che rimane estremamente complessa, è ancora tra Busto Arsizio e Legnano. Il “playmaker” di questa operazione rimarrebbe Amga, la società partecipata di Legnano (gruppo ALA) che ha messo sul piatto una capacità di investimento di 8 milioni di euro nella prima versione del piano di salvataggio. E adesso oltre ad Agesp Spa, la partecipata di Busto Arsizio che ha appena ottenuto dal consiglio comunale il via libera all’affidamento del servizio integrato dei rifiuti (raccolta e smaltimento) per 15 anni, dovrebbe esserci anche Cap Holding, la “corazzata” che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia di Milano e che potrebbe sviluppare con Accam un ambizioso progetto di economia circolare per lo smaltimento dei fanghi di depurazione. Una prospettiva nell’ottica della «sostenibilità», come predicato dal neo-sindaco di Legnano Lorenzo Radice. Non è contemplata una partecipazione dei privati e sarebbe stata esclusa anche l’ipotesi di attivare una procedura concorsuale, come il concordato in continuità, per sterilizzare la situazione finanziaria di Accam.

Brumana: «Indaghi una commissione»

A Legnano però il capogruppo del Movimento dei Cittadini Franco Brumana non molla la presa e vuole fare piena luce sulla situazione della società che ha sede a Borsano. La sua ultima mossa è una mozione «per l’istituzione di una commissione che indaghi su Accam». Si tratterebbe di una commissione di controllo e di garanzia, ai sensi dello Statuto comunale di Legnano, che opererebbe per sei mesi con il compito di «acquisire informazioni e di svolgere indagini riguardanti la situazione patrimoniale di Accam, la sussistenza eventuale di un suo stato di insolvenza, le cause della crisi di Accam e le relative responsabilità».

Fare chiarezza

A motivare la necessità di fare chiarezza, nelle parole di Brumana, ci sono il «probabile» ricorso a procedure concorsuali (prospettato dal presidente di Accam Bellora nella lettera inviata ai consiglieri in cui definiva il piano di salvataggio di Amga come «la sola concreta prospettiva di risanamento»), ma anche la «gravità della situazione economica e patrimoniale» di Accam, la cui crisi «coinvolge le scelte di politica dei rifiuti del Comune di Legnano e degli altri Comuni soci».

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