Bilancio in ritardo, Legnano porta Accam alla Corte dei Conti. Antonelli: «Basito»

BUSTO ARSIZIO – Il bilancio (non approvato) di Accam viene segnalato alla Corte dei Conti. Dal comune di Legnano, che ha escluso Accam dal bilancio consolidato e trasmesso una nota ufficiale all’organismo contabile e al Ministero dell’economia sulla mancata chiusura dei conti del 2019 della società che gestisce l’inceneritore di Borsano. Un altro caso sulla strada, sempre più stretta e irta di ostacoli, del salvataggio di Accam? «Sono rimasto basito» ammette il sindaco di Busto Emanuele Antonelli in consiglio comunale. «Stiamo lottando per salvarla». Oltretutto, stando a quanto anticipato dal consigliere di maggioranza Roberto Ghidotti (Idee in Comune), Accam dovrebbe chiudere «in positivo» il bilancio 2019.

Il bilancio rimandato

La società presieduta da Angelo Bellora avrebbe dovuto approvare il bilancio entro il 30 settembre, ma dopo la manifestazione d’interesse di Amga che ha avviato la discussione sull’operazione di salvataggio con la costituzione della Newco, il passaggio obbligato è stato rimandato. In attesa di capire se Accam avrà una continuità aziendale. Lo si saprà (forse) entro il 15 dicembre, quando dovrebbe esserci una nuova assemblea soci. Nel frattempo la segnalazione alla Corte dei Conti era passata senza suscitare troppo clamore in consiglio comunale a Legnano, ma è diventata un caso nella seduta dell’assemblea civica di Busto Arsizio. I due comuni con le quote più pesanti nella compagine societaria di Accam, ma soprattutto quelli che, con le loro amministrazioni e le loro partecipate, più di tutti sono in campo da settimane per trovare una soluzione per salvare la società che gestisce l’inceneritore di Borsano dal rischio di fallimento.

Segnalazione alla Corte dei Conti

Tutto nasce da una diversa interpretazione tecnica della mancata approvazione del bilancio 2019 di Accam. A Legnano, che ha approvato il bilancio consolidato (che comprende anche i conti di tutte le partecipazioni dell’ente) nella seduta consiliare di sabato 28 novembre, Accam è stata «esclusa dal consolidamento», come ha spiegato il ragioniere capo Fabio Malvestiti, in quanto «non ha approvato il bilancio 2019 né ha trasmesso la situazione riferita ad una chiusura presunta». Una decisione condivisa con il collegio dei revisori e con la gestione commissariale, ha spiegato il dirigente legnanese: «Dopo un ultimo sollecito, abbiamo provveduto a trasmettere un’informativa ufficiale alla Corte dei Conti e al Ministero dell’economia e delle finanze riguardo a questo inadempimento».

Antonelli: «Basito» da Legnano

Un’altra grana per la società? A Busto Arsizio, che invece si è limitata a considerare i dati dei conti 2018 nel bilancio consolidato approvato questa sera, 30 novembre, in consiglio, non l’hanno presa bene. «Sono rimasto basito, se devo essere sincero – ammette il sindaco Emanuele Antonelli, riferendosi ai “cugini” della Città del Palio – da una parte stanno trattando con noi e dall’altra fanno queste azioni, mentre tutti stanno lottando per salvare questa società». Per Antonelli infatti, «l’approvazione del bilancio» di una partecipata «può essere rinviata se ci sono motivi validi, e in questo caso ce ne sono tantissimi. Al limite si dovranno attivare i revisori della società, non vedo perché questo passo debbano farlo i comuni».

Farioli: «Scelta non politica»

A provare a stemperare la questione è intervenuto l’assessore e commissario di Forza Italia Gigi Farioli, che sta seguendo in tandem con il sindaco la partita sul futuro di Accam. «Una scelta puramente tecnica, comunicata dal ragioniere capo e non dal sindaco e dall’assessore», quella di Legnano, «unico comune socio che non ha considerato la società nel consolidato», come rimarca Farioli. Aggiungendo che «un consolidato è più corretto quando tiene conto di tutti i dati noti e approvati delle partecipazioni. Così è come se oggi Legnano desse per scontato che entro il 31 dicembre 2020 non ci sia più Accam: nei panni di un sindaco mi sentirei in difficoltà politica, dando per persa una società». E rivendicando che Busto sta giocando un ruolo di «stimolo, determinazione e controllo ma non posizioni che rischiano di essere controproducenti per l’amministrazione stessa e per la società».

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