Addio Imu, addio Tasi, si cambia

imu tasi laurenzano

di  Antonio  Laurenzano

Addio Imu, addio Tasi! E’ il generoso regalo di Babbo Natale ai proprietari di casa grazie alla … intercessione del leghista Alberto Gusmeroli, vice presidente della Commissione Finanze della Camera. Peccato però che i due balzelli comunali, pur scomparendo dalla finanza locale, lascino il posto a un nuovo (analogo) tributo: Tuc, tassa unica sulle costruzioni! Lo prevede, su richiesta dell’Anci, l’emendamento della Lega alla Legge di bilancio 2019 per unificare i tributi locali sul mattone, eliminando le oltre 200 mila diverse aliquote applicate dai Comuni del Belpaese. Norme e regolamenti difformi che hanno generato dal 2014 un variegato panorama di aliquote che si sono accavallate in un complicato groviglio di regole, rendendo la vita difficile ai contribuenti.

Si vuole così evitare a chi è proprietario di seconde case, di due o più garage, negozi e capannoni una doppia imposizione, con doppi calcoli e versamenti per una stessa unità immobiliare. Un nuovo restyling, l’ennesimo per la tassa sulla casa, dopo la conflittuale stagione dell’Ici. S’imbocca finalmente la strada della semplificazione (e del buon senso!) con bollettini precompilati da parte dei Comuni, come già avviene per la Tari, per facilitarne il pagamento.

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Ma se l’intento appare lodevole, la beffa per i contribuenti si nasconde in uno dei 13 articoli dell’emendamento. Si prevede infatti per la nuova Imu un’aliquota massima dell’11,40 per mille rispetto a quella attualmente in vigore del 10,6 per mille, come somma delle aliquote di Imu e Tasi. Un “aumento ingiustificato” denuncia Confedilizia che parla di “tassazione sugli immobili giunta alla cifra monstre di 50 miliardi di euro l’anno con danni all’intera economia.” Mercato immobiliare in forte affanno nonostante la stazionarietà dei prezzi delle compravendite. Il mattone ancora una volta “riserva di caccia” per l’imposizione comunale.

E la pressione tributaria degli enti locali potrebbe ancora aumentare per effetto della Legge di bilancio, all’esame del Parlamento, che non proroga il blocco delle addizionali locali (Regioni e Comuni) introdotte nel 2015, e avviato dal Governo Renzi nel 2016. Scatterebbe così l’aumento dell’addizionale Irpef correlata al reddito imponibile dichiarato. I Comuni avranno carta bianca per ritoccare l’aliquota fino al livello massimo, e cioè dello 0,8% in più.

Un’opportunità che verrà colta da cinque sindaci su sei: sono 6782 i Comuni che hanno finora applicato un’aliquota inferiore a quella massima, fra i quali – secondo i dati del Mfe – ben 4151 con addizionale Irpef ad oggi pari a zero. Il prelievo fiscale, per la Cgia di Mestre, costerà mediamente circa 130 euro alle famiglie che si troveranno a fare i conti con la nuova Imu e con l’addizionale Irpef. Nel 2019 più ossigeno nelle casse dei Comuni, ma meno liquidità nelle tasche dei contribuenti. Taglio di imposte e tasse?  La telenovela continua.

 

Imu tasi laurenzano – MALPENSA24