Affitti brevi, dal 2022 si cambia. BBVarese: «Ancora tanti abusivi in provincia»

BB Varese

VARESE – A gennaio entrerà in funzione la nuova banca dati del Ministero del Turismo che assegnerà a tutto il settore extralberghiero un numero identificativo unico di livello nazionale, il Cir. L’obiettivo è contrastare le forme irregolari di ospitalità. Una notizia accolta in maniera positiva dall’Associazione BBVarese, che da anni si batte contro l’abusivismo nel settore. Sul territorio sono più di 1000 le realtà attive ufficialmente, a cui si aggiungono però ancora numerose strutture non censite.

La novità

Quella che sta per entrare in vigore si prospetta come una rivoluzione per l’extralberghiero. Nella banca dati verranno raccolte e ordinate le informazioni inerenti alle strutture ricettive (case vacanze, B&B, foresterie, locande, campeggi ecc.) e delle locazioni turistiche, cioè gli immobili destinati alle locazioni brevi. La svolta a livello nazionale segue quanto già introdotto su base regionale negli scorsi anni: la Lombardia è stata infatti la prima regione in Italia a pretendere dagli host che affittano i loro immobili che il Cir (Codice Identificativo di Riferimento) venisse pubblicato su qualsiasi annuncio pubblicitario. «La motivazione dell’introduzione del Cir – commenta Alfredo Dal Ferro, presidente di BBVarese, associazione che rappresenta i bed & breakfast della provincia di Varese – è dovuta soprattutto all’incapacità dello Stato e della Regione di controllare il fenomeno degli affitti brevi che in 10 anni è cresciuto oltre ogni previsione e quasi sempre oltre il 10% annuo. Nella legge, le Polizie locali sono demandate ai controlli, ma l’anonimato concesso dalle Ota (Online Travel Agencies) a chi pubblica annunci sui loro portali, ha reso quasi impossibile eseguirli, se non nei piccoli paesi dove tutti si conoscono».

Il passaggio al nuovo sistema

Il passaggio dal numero regionale a quello statale dovrebbe avvenire quasi automaticamente, ma una grande incognita è rappresentata da tutte quelle registrazioni che a causa di intoppi burocratici, principalmente nei Comuni, sono tuttora ferme e non presenti nei database regionali. «Insieme alla Questura ed alla Provincia – sottolinea Dal Ferro – abbiamo spesso avuto modo di verificare che molte strutture, pur essendo regolari, sembravano abusive a causa di questa assenza. Molto interessante sarà anche l’istituzione del portale nazionale del Turismo nel quale, secondo voci ricorrenti nell’ambiente, potranno essere elencate tutte le strutture del Paese. Speriamo solo che non sia un grande fallimento come quello presentato dall’ex ministro Rutelli col nome www.italia.it, ora riaperto, per il quale furono stati stanziati ben 45 milioni di euro, di cui 7 per la creazione e la gestione».

La situazione in Provincia di Varese

Al 20 novembre 2021 negli archivi statistici della Regione Lombardia, relativamente alla Provincia di Varese, sono elencate 140 strutture alberghiere e ben 1122 strutture extralberghiere, con un rapporto di quasi 1 a 10. Nel dettaglio queste ultime sono così suddivise:

  • 1 Rifugio di montagna (Alpe Cuvignone)
  • 3 Case per ferie (di tipo clericale)
  • 3 Locazioni turistiche imprenditoriali
  • 4 Alloggi iscritti REC gestiti in forma imprenditoriale
  • 5 Ostelli per la gioventù
  • 15 Campeggi e aree attrezzate per camper e roulotte
  • 15 Locande
  • 24 Alloggi Agrituristici
  • 38 Foresterie Lombarde (affittacamere)
  • 148 Locazioni turistiche non imprenditoriali
  • 195 Case ed appartamenti per vacanze gestiti in forma imprenditoriale
  • 227 Bed & Breakfast
  • 444 Case e appartamenti per vacanze (non gestiti in forma imprenditoriale)

BB Varese

Ancora tanti abusivi

«Lascio immaginare quanti posti letto complessivamente possa offrire l’extralberghiero con 1122 strutture che, nella fattispecie non imprenditoriale, non ha avuto nessun aiuto né ristoro da Stato e Regione», osserva il presidente di BBVarese. La Provincia nel suo sito Vareselandoftourism propone un elenco di strutture regolari aggiornato al 3 agosto 2021, da cui risultano 1218 unità. «Questo limitato elenco potrà dare un’idea, confrontandolo con quello presente sui portali Airbnb e Booking – conclude Dal Ferro – di quante strutture abusive esistano ancora nella nostra provincia e di quante Case Vacanza e Locazioni non espongano ancora l’obbligatorio numero Cir, pur essendo sanzionabile da 500 a 2.500 euro per la mancanza del Cir nelle pubblicità sui portali, oppure da 2.000 a 20.000 euro per la mancanza di Scia o documento inizio attività».