Agorà, fibrillazioni in Forza Italia. Con vista su Renzi e Calenda

agorà forza italia renzi

VARESE – In Forza Italia c’è una pentola a pressione: Agorà. Che non è detto sia pronta a esplodere, però fischia e soffia vapore. Dopo essere stata sul fuoco vivo dal 7 maggio fino a oggi, senza che nessuno dentro al partito (commissario Giacomo Caliendo e vice commissario Giuseppe Taldone) abbia tentato di spegnere quelle fiamme. E durante la riunione che si è tenuta ieri, giovedì 19 settembre, a Varese, insieme al malcontento sono venuti fuori anche una serie di temi legati al futuro e alla collocazione politica degli iscritti ad Agorà che, non va dimenticato, in tasca hanno anche la tessera di Forza Italia.

La road map temporale

Agorà si ritrova, conferma la propria posizione di dissenso con la linea del commissario nei confronti dell’associazione fondata da Nino Caianiello e fissa una serie di date che scandiranno altrettanti momenti di confronto o di riflessione. Dopo di che si tireranno le somme. Le date in agenda sono certamente il 5 ottobre, quando a Varese tutta Forza Italia ragionerà su idee, progetti e pure sul futuro del partito e la Leopolda renziana. Già perché si guarda e si ascolta anche ciò che succede e si dice da quella parte. Oggi molto più vicina rispetto a qualche giorno fa. Come si studiano le mosse del movimento di Calenda.

Non solo i soliti noti

In tanti, tra i presenti, si sono stupiti della folta presenza all’incontro nella sede dell’associazione di via Carrobbio. Dove c’erano certamente i volti noti della galassia forzista di Agorà, ma anche molti iscritti e simpatizzanti che non hanno ruoli da prima fila, ma che costituiscono la base. Ad ogni modo tutta la provincia era rappresentata. Varese con Roberto Puricelli, Ciro Calemme e Andrea Rizzi (Roberto Leonardi, lontano per impegni di lavoro ha fatto comunque avere la sua adesione all’incontro); Gallarate, con Aldo Simeoni, Isabella Peroni e Calogero Ceraldi; Busto con Carmine Gorrasi, Orazio Tallarida, Laura Rogora e Federico Radice; Saronno con Agostino De Marco, Samarate con Luca Macchi, Massimo Bossi, Cardano con Milena Melato, Solbiate Arno con Marco Riganti, Tradate con Rosario Tramontana.

Caliendo faccia un passo indietro

Che dentro a Forza Italia in tanti non abbiano digerito la rotta dettata dal commissario Giacomo Caliendo è cosa nota dentro e fuori Forza Italia ormai. Quel che forse ancora non era così evidente è che a storcere il naso per l’ostracismo di Agorà imposto dai vertici commissariali non sono solo quelli che si possono definire “colonnelli”, ma anche la base. Tanto che nell’incontro di ieri, uno dei contributi più critici (e forse condivisi) è arrivato da Carmine Erra, semplice iscritto ad Agorà, ma senza incarichi amministrativi. Una seconda linea, insomma. Il quale, dopo l’intervento in riunione, ha ribadito i concetti con un messaggio sulla chat dell’associazione.

Uscire dall’ambiguità. Uscire da “un equivoco ” creato da chi pensa che Agorà sia un covo di “sovversivi” dedito alla copertura di chissà quali nefandezze. Nino Caianiello sta già pagando un prezzo altissimo a livello personale per responsabilità che solo la magistratura potrà evidenziare. Ritengo, pertanto,  e a puro titolo personale, che l’idea di marginalizzare Agorà sia “pacchiana” ed inutile per il semplice fatto di essere stata partorita da menti (Maria Stella Gelmini in primis) sempre pregiudizialmente avverse alla realtà varesina. Mi auguro che il commissario provinciale Giacomo Caliendo possa rivedere la sua posizione e riconsiderare la possibilità di non decentrare alcunché per la semplice ragione che niente è decentrabile per zittire una voce. Come ho detto ieri sera se non siamo al “tana liberi tutti ” poco ci manca. Il prossimo 5 ottobre dovremo,  oltre che di “massimi sistemi ” discettare soprattutto di questo.

Venti di battaglia, ma non un consiglio di guerra

Eppure, quel “Caliendo faccia un passo indietro rispetto ad Agorà, altrimenti tanti saluti“, che riassume in sostanza l’intervento di Erra, non deve essere certo letto come una dichiarazione di guerra. Il dibattito tra gli azzurri in questi giorni è acceso. E ridurlo alla dialettica tra Forza Italia e Agorà sarebbe un errore. Troppe cose sono accadute dentro e fuori il partito di Berlusconi a livello nazionale: lo strappo di Toti certamente, ma anche quello di Renzi e l’azione di Calenda. Per questo sarebbe miope piegarsi sulle frizioni interne del partito in provincia di Varese, senza alzare lo sguardo a quell’orizzonte moderato e più che mai in fermento. Liquidare i ragionamenti in circolo nella galassia di Agorà come i pensieri di una parte residuale di quel che resta sul nostro territorio di quel partito che ha anche toccato il 30% sarebbe un errore. Per il semplice fatto che, se è vero che Agorà non è Forza Italia, è altrettanto vero che tutti gli iscritti all’associazione culturale hanno in tasca una tessera: quella forzista.

Vista su Renzi e Calenda

Tanto più che quel taglio netto tra partito e associazione potrebbe essere reso vano dalla dissoluzione di Forza Italia stessa. Annunciata, se non a Varese, certamente a livello nazionale, con la  perdita di parecchi pezzi. Insomma, forse davvero bisognerebbe spostare il tiro e cambiare bersaglio. E la sala Aler di via Monte Rosa a Varese, il prossimo 5 ottobre, potrebbe essere il poligono. Sarà lì che più di un esponente di Agorà, al di là della road map dei temi dettata dai vertici, porrà la madre di tutte le questioni, ovvero “dove andare e con chi andare“.

Già perché la permanenza nel centrodestra non è così scontata e più di una voce nel partito sostiene di non voler “finire tra grinfie sovraniste della Lega di Salvini e Fratelli d’Italia”. Come non sono scontati gli approdi targati Renzi o Calenda. A tal proposito infatti c’è chi precisa: «Se Renzi con Italia viva vuol essere “un Berlusconi” con 40 anni meno non ci interessa. Come non ci interessa un altro partito monolitico, schiacciato su una sola persona alla guida, con decisioni calate dall’alto». Altra cosa sarebbe un progetto politico che «davvero incominci a parlare in maniera seria e concreta con tutta quella parte di elettorato che si riconosce come moderata». Ovvero, se non con Renzi o Calenda, comunque e per il momento, vicino a Renzi e Calenda.

agorà forza italia renzi – MALPENSA24