Da Somma a Busto: inaugurato il centro di Aias per l’autismo

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BUSTO ARSIZIO – «Sono emozionato, mi ha un po’ spaventato vedervi tutti insieme. Ora questa piccola casetta si unirà a quella grande di Aias». Con queste parole Bruno Ceccuzzi, presidente di Aias, si è rivolto al pubblico presente in occasione dell’inaugurazione, avvenuta oggi, sabato 15 giugno, della nuova struttura dell’associazione. Il centro intensivo sperimentale di Busto Arsizio, prima a Somma Lombardo, offrirà supporto pomeridiano a bambini e ragazzi autistici nell’edificio avuto in comodato dal Comune. Il taglio del nastro, dopo la benedizione di monsignor Severino Pagani, è stato eseguito da Isabella Tovaglieri, deputato europeo e vicesindaco, ed Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia.

Un incontro in stazione

«Ora abbiamo dieci bambini, spero che l’anno prossimo porti un accreditamento, perché i risultati ci sono, e tanti. Vorremmo poter proporre questo centro anche ad altri che non usufruiscono del servizio. Abbiamo una lista d’attesa spaventosa, in cui hanno prelazione i più piccoli e i più gravi. Ma ci piacerebbe poter dire a tutti: “il vostro terapista vi aspetta”», ha osservato Ceccuzzi, che ha ricordato la genesi di Aias. Annibale Tosi, capitano d’industria, invece di andare a Milano con l’autista, come era solito fare, aveva deciso di usare il treno. L’incontro in stazione con alcune madri di bambini spastici, dirette a Varese perché a Busto non c’era nessuno a curarli, lo convinse a prendere la loro stessa destinazione per fare qualcosa. «Anche qui, come allora, c’è l’intervento di qualcuno più grande di noi», ha concluso il presidente di Aias.

Linee guida per investimenti

«Sono orgogliosa di inaugurare la struttura di un’organizzazione continuamente capace di rinnovarsi e intercettare le sempre nuove esigenze di questa problematica. Il nostro lavoro è limitato e dietro le quinte, era il minimo che potessimo fare. I grandi eroi sono i genitori di bimbi disabili, che ogni giorno si destreggiano tra mille difficoltà: grazie alla presenza del centro a Busto, invece che a Somma Lombardo, potranno recuperare tempo prezioso», ha dichiarato Tovaglieri. Monti ha sottolineato che «Regione Lombardia è sempre stata molto impegnata sul tema dell’autismo. Riguardo a questa patologia già l’estate scorsa a Varese è stato creato un tavolo di lavoro su che ha coinvolto diversi assessorati, direzioni generali e stakeholder. Siamo in prima linea: abbiamo messo a punto un documento, che contiamo di approvare entro l’autunno, con le linee guida per gli investimenti».

Occorre un linguaggio comune

«Con l’autismo si può comunicare, fare e insegnare. La differenza è fuori da questa casetta, nel contesto della vita di tutti i giorni», ha spiegato il direttore sanitario Fabio Mairani. Occorre un linguaggio comune: «Si può stare assolutamente bene in relazione con una persona che ha un funzionamento autistico. Non si deve però assumere il ruolo di colui che pensa ciò che è giusto, bensì camminare insieme per un percorso di sviluppo». Dall’autismo non si guarisce, però è possibile fare un passo avanti in uno scenario che può essere compreso: «I bambini costruiscono e imparano con strumenti che mettiamo per loro: è un sistema che è in grado di fornire competenze. Siamo al secondo gruppo, otto su dieci sono già usciti dal centro in contesti meno pervasivi».

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