Nel Legnanese “Prima la casa”, progetto sperimentale per persone senza dimora

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LEGNANO – Parte dall’assunto che «la casa è un diritto» la sperimentazione nel Legnanese di “Housing first”, un modello di contrasto alla povertà estrema nato negli USA e arrivato da pochi anni in Italia, dove ha già trovato applicazione in alcune grandi realtà urbane. A illustrare l’iniziativa, che sul territorio sarà gestita da Azienda So.LE per conto del Piano di Zona, mercoledì 6 novembre dalle ore 9.00 alle 13.00 al polo culturale Catarabia di Canegrate sarà Giuseppe Dardes, coordinatore del network Housing First Italia e responsabile formazione della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora.

L’inserimento abitativo come punto di partenza dell’integrazione sociale

L’approccio di Housing first ribalta quello cosiddetto “a scalini”, che prevede l’adesione a un percorso di cambiamento del proprio stile di vita in alcune tappe (dalla strada ai dormitori, dalle case famiglia a un’abitazione propria): approccio rivelatosi spesso inadeguato e basato su regole troppo rigide. In questo senso l’inserimento abitativo rappresenta il punto di partenza, e non di arrivo, dei percorsi di integrazione sociale, affiancandosi a interventi di aiuto alla persona che fanno leva sullo stimolo delle capacità di autogestione e autodeterminazione nel proprio percorso di vita. Il percorso muove quindi dalla comprensione dei bisogni delle persone; prevede un supporto che duri tutto il tempo necessario; l’accesso ad appartamenti indipendenti; l’auto-determinazione del soggetto nelle scelte; la definizione di un programma di supporto condiviso tra servizio sociale e utente.

Sul territorio decine di senza tetto e sistemazioni precarie

Il progetto che sarà avviato sul territorio terrà in considerazione i servizi già presenti rivolti alla povertà estrema e coinvolgerà una serie di soggetti in rete indispensabili per la sua riuscita, dalle Caritas alle agenzie private per la locazione, dai soggetti che si occupano di housing sociale all’Agenzia per l’inclusione attiva; ancora, l’Agenzia per la locazione e lo Spazio per l’integrazione dei cittadini stranieri dell’azienda consortile So.LE, i servizi sociali dei Comuni, l’ASST Ovest Milanese, l’ufficio di programmazione zonale, le polizie locali, l’agenzia per la formazione e il lavoro AFOL di Legnano. Ad agire sul campo sarà un’équipe di tre operatori (due educatori professionali e un coordinatore) specificatamente formati per entrare in relazione con le persone senza dimora con un lavoro di strada. Il progetto può contare per questa fase su un budget di quasi 60.000 euro, con cui sarà possibile procedere a una sperimentazione controllata per 5-6 beneficiari.

I dati raccolti in questi primi mesi restituiscono un quadro ancora parziale in cui si contano 21 adulti senza tetto, 26 con 7 minori ospiti da tempo in strutture di varia natura (accoglienza, terapeutiche, altro) e 11 con 5 minori in case di fortuna. Questi numeri sono però destinati ad aumentare e non prendono in considerazione i numerosi migranti irregolari.

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