Crollo di Albizzate, dissequestrato il Crai. Può riaprire

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MIrko Zorzo, sindaco di Albizzate, davanti al supermarket Crai nelle ore successive al crollo

ALBIZZATE – Dissequestrato l’edificio “gemello” a quello teatro del drammatico crollo avvenuto lo scorso 24 giugno in via Marconi ad Albizzate e costato la vita a Fouzia Taoufiq, casalinga di 38 anni e i suoi due bambini, un figlio di 5 anni e una figlia di soli 12 mesi. Il pubblico ministero di Busto Nadia Calcaterra, che sta coordinando le indagini, ha disposto il provvedimento nelle scorse ore. Il supermercato Crai, unica attività operativa presente all’interno dello stabile, volendo potrà riapre volendo anche domani.

Il Crai può riaprire

L’inchiesta, che vede in campo i carabinieri della compagnia di Gallarate e i militari del reparto operativo del comando provinciale dell’Arma di Varese, vanno avanti in modo molto spedito. Lo scorso 7 luglio i consulenti di parte avevano iniziato i sopralluoghi necessari alle perizie (che saranno depositate in 60 giorni) lavorando con precisione ma senza perdere un istante.  L’11 luglio erano infatti partiti i lavori di messa in sicurezza dell’edificio dove ha sede il supermercato. Ad intervento ultimato e collaudato l’autorità giudiziaria ha tolto i sigilli. L’edificio dove ha sede il ristorante pizzeria Lo Sfizio, e dal quale si sono staccati di netto oltre 60 metri di cornicione travolgendo Fouzia e i suoi bambini mentre andavano a fare la spesa, è al momento oggetto di un intervento di messa in sicurezza. Non sulla parte teatro del crollo, ma all’interno dell’area. A breve, dunque, anche quella porzione potrà essere dissequestrata con ripresa delle attività.

Difetto di progettazione

I sigilli resteranno ancora, naturalmente, per la porzione di edificio dalla quale il cornicione si è staccato. Secondo i primi riscontri peritali condizionatore e pannelli fotovoltaici non avrebbero in alcun modo causato la tragedia. L’ipotesi principale riguarda un difetto di progettazione che potrebbe riguardare gli “agganci” del cornicione alla struttura principale. Ad oggi sono due gli indagati iscritti dal sostituto procuratore Calcaterra nel registro: il proprietario dell’immobile e il progettista che 30 anni fa seguì i lavori di ristrutturazione. L’ipotesi di reato è di omicidio e disastro colposi.

Dopo il crollo, parla la famiglia di Fouzia: «Grazie a tutta la comunità di Albizzate»

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