Dopo il crollo, parla la famiglia di Fouzia: «Grazie a tutta la comunità di Albizzate»

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ALBIZZATE – «Grazie alle istituzioni, alla comunità albizzatese e ha tutti coloro che ci hanno manifestato la propria vicinanza in seguito all’immane tragedia che ci ha colpiti»  Noureddine Hannach e tutti i famigliari ringraziano tutti coloro che li hanno sostenuti dopo il drammatico crollo di via Marconi dove, lo scorso 24 maggio, Hannach ha perso la moglie Fouzia Taoufiq, casalinga di 38 anni e i suoi due bambini, un figlio di 5 anni e una figlia di soli 12 mesi.

Il grande cuore di Albizzate

«Il signor Noureddine Hannch, e tutti i famigliari uniti nel loro dolore, intendono esprimere un ringraziamento alle istituzioni, alla comunità di Albizzate e a tutti coloro che hanno manifestato, direttamente o indirettamente, la propria vicinanza a seguito dell’immane tragedia che li ha colpiti – si legge in una nota della famiglia diffusa da Abdessamd Nadir, presidente del centro culturale islamico di Oggiona Santo Stefano frequentato da tutta la famiglia – La famiglia si è affidata ad un pool di professionisti nominando gli esperti che potranno contribuire a chiarire le cause e le responsabilità per l’accaduto. Il signor Hannach ha piena e massima fiducia nell’operato della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, nella persona del Pm Dottoressa Nadia Calcaterra, e chiede che venga rispettata la privacy della famiglia ed il riserbo sulla vicenda, considerata anche la delicatezza delle indagini attualmente coperte da segreto istruttorio».

Le salme in Marocco

Non ci sono ancora certezza sul ritorno delle salme di Fouzia e dei suoi bambini a Casablanca. E’ desiderio dei famigliari, infatti, che madre e figli possano riposare in Marocco. «Da domani (15 luglio) il Marocco riaprirà le frontiere chiuse a causa dell’emergenza Covid – spiega Nadir – Sarà però una riapertura graduale. Siamo in attesa di capire se le salme potranno essere trasportate in Marocco; serve tra l’altro, per l’ingresso nel Paese, un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza. Stiamo valutando la situazione. Sarà la famiglia riunita a decidere cosa sia meglio fare per il bene di questa madre e dei suoi due figli. Il desiderio è naturalmente di poterle accompagnare a Casablanca ma sarà la famiglia a decidere cosa sia meglio per le tre vittime».

Dissequestri imminenti

Proseguono nel frattempo senza sosta le indagini coordinate dal sostituto procuratore Calcaterra per accertare le responsabilità dell’accaduto. Due gli indagati iscritti al momento, il proprietario dello stabile e il progettista che 30 anni fa seguì il progetto di riqualificazione dell’ex Bellora. I consulenti nominati dalle parti hanno iniziato immediatamente le perizie e da venerdì sono in corso i lavori di messa in sicurezza dell’edificio gemello a quello teatro del crollo (quello dove ha sede il Crai ndr). Già da settimana prossima l’autorità giudiziaria potrebbe ordinare il dissequestro di parte dell’area, passaggio fondamentale per la successiva ripartenza delle attività presenti. Nel frattempo dalle prime risultanze comunicate dai periti sembrerebbe che né la posa dei pannelli fotovoltaici sul tetto dell’edificio né l’installazione del condizionatore ben visibile dopo il crollo, abbiamo avuto parte nell’accaduto.

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