Alcol, rivalità e violenza: i giovani raccontano le risse in centro a Legnano

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LEGNANO – «Ci sono rivalità fra alcuni gruppi di giovani molto numerosi. Tanti non aspettano altro che tu possa sgarrare, basta che li guardi male ed esplodono. La sera, specie nel fine settimana, si respira tensione, c’è un’aria pesante. Anche nelle piccole cose, come bere un bicchiere o accendersi una sigaretta, non sei tranquillo come prima del lockdown». È il quadro che tracciano a Malpensa24 alcuni ragazzi della movida legnanese, che chiameremo Daniele, Francesco e Roberto (i loro veri nomi sono altri). Non sono i “cattivi”, o almeno dicono di non esserlo: loro sono quelli bravi, rampolli di buone famiglie che fanno fatica ad accettare la violenza esplosa a ripetizione nel pieno centro di Legnano a partire da quel 22 maggio, un venerdì, in cui scoppiò la prima, maxi rissa in piazza San Magno (nella foto sopra). Per quell’episodio sono stati identificati e denunciati in tre. La stessa notte, un 21enne venne preso a botte in corso Italia, mentre nel pomeriggio di sabato un altro ragazzo di 20 anni si beccò una coltellata a una gamba nel parco Falcone e Borsellino: l’epilogo – pare – di un diverbio iniziato in largo Tosi per una ragazza.

«I controlli? Hanno solo disperso le bande»

Da allora molte cose sono cambiate, con l’ordinanza del Comune che vieta la vendita e il consumo di alcolici nei bar dalle 23.00 e le forze di polizia a presidiare stabilmente il centro e a fermare sul nascere ogni nuovo accenno di rissa, che pure avviene, in piazza come nelle vie adiacenti. Ma le cose sono davvero migliorate? «Dopo i controlli – raccontano le nostre fonti – le stesse bande non si vedono più in centro ma si sono spostate. Forse sono di meno ma così si sono più smistati, non in 40 come prima ma gruppetti più piccoli, impossibili da controllare, specie nelle strade intorno alla piazza, dal Borgo Sant’Ambrogio a piazza Sturzo». Ma davvero i gruppi che si fronteggiano sono così numerosi? «La maggior parte sono di Legnano – risponde pronto Daniele – ma qualcuno arriva da fuori: chiamano anche gli amici, arrivano a essere decine, formando ammassi di persone incredibili. Altro che distanziamenti per il Covid». A legarli, non c’è nessun motivo particolare, come l’appartenenza etnica, la divisione tra contrade o il tifo sportivo. «No, ci sono solo legami personali. Sono gruppi misti, dai 17 ai 21 anni, quasi tutti italiani e qualche immigrato, come nordafricani. E anche ragazze: una nelle risse s’è presa un pugno».

Quel bar divenuto il ritrovo dei più esagitati

I ragazzi “bene” puntano il dito contro alcuni locali pubblici. «In alcuni casi chi cerca la rissa si trova davanti a questo o quel bar per caso – spiega Francesco, il più giovane – ma ce n’è uno che è malfrequentato. È il punto di ritrovo di quelli più esagitati, ha formato una compagnia che crea problemi. Là c’è sempre il rischio che scoppi una rissa, aspettano solo l’occasione. Fanno feste con gente che offre da bere. Quando ci si passa davanti bisogna stare attenti. Anche le ragazze corrono il rischio di essere molestate. Almeno se le facessero fra loro, le risse, ma amano farsi vedere». I “nostri” ragazzi fanno anche il nome del bar, più volte, con convinzione. E citano altre zone delicate del centro. Come l’ex piazza mercato, il «bosco» in via Diaz e soprattutto Sant’Ambrogio. «Lì in passato – ricorda Roberto – hanno spaccato un bar tirando i vasi delle piante, sedie e tavoli. Un macello. Poi hanno rubato l’auto di uno prendendogli le chiavi: il ragazzo ha reagito per farsele ridare, l’hanno spinto ed è caduto a terra, privo di sensi. C’è mancato poco…».

«Vogliono solo farsi vedere». E spunta una leggenda metropolitana

Il vero problema, come lo presentano, è l’esuberanza di alcuni gruppi. «C’è chi cerca questo – dicono riferendosi alle risse – per farsi vedere, temere, rispettare. Così, per colpa di pochi, tanti non possono girare tranquilli. Legnano è una bella città, è un peccato vederla rovinata da gente così». E tra voci, accuse, ricostruzioni spunta anche una leggenda metropolitana. «Dicono che durante la quarantena due gruppi, uno di Legnano e uno di Cuneo, si sono insultati via Instagram. Hanno cominciato quelli di Cuneo con una canzone rap che sfotteva i legnanesi, forse si sono sovrapposti motivi di tifo calcistico. Da Legnano hanno risposto sfidandoli a venire qui, e loro hanno minacciato di farlo. Ma non sappiamo se si sono mai visti, e neppure se questa storia è vera».

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