Ammanchi all’Aias di Busto. E’ bufera sulla gestione interna del caso

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BUSTO ARSIZIO – «Il modo con cui il presidente Bruno Ceccuzzi ha deciso di fare chiarezza sulla vicenda dei soldi spariti all’Aias “Annibale Tosi” è davvero incomprensibile. Tanto più che, dopo che è diventata pubblica la storia, ci ha sempre tenuto all’oscuro di tutto e di come si stava muovendo. Nonostante la nostra disponibilità a trovare tutti insieme una soluzione. Ora però il presidente, che mai ha pensato di rimettere il mandato, non può passare come l’unico salvatore della patria».

E’ bufera sull’Aias, una delle onlus più importanti della città che si occupa di disabili, per la questione degli ammanchi. Secondo i ben informati, non si tratta di bruscolini, bensì di almeno 100 mila euro. E bufera anche sul presidente Ceccuzzi per come avrebbe gestito, in maniera del tutto personale, l’intera vicenda. Ad alzare il coperchio sui malumori sono alcuni ex consiglieri, i quali, dopo aver appreso dalla stampa gli ultimi sviluppi della vicenda, sono letteralmente rimasti di sale. E parlano con Malpensa24 chiedendo però di non essere nominati.

Va ricordato che sotto accusa c’è l’ex direttore dell’Aias, per il quale il magistrato,  come ha riportato La Prealpina, “ha concesso la sospensione del processo con messa alla prova”. L’ex direttore, infatti, avrebbe restituito il maltolto prima ancora che iniziasse il procedimento nei suoi confronti.

Un passo indietro

Quando l’ammanco venne a galla il consiglio in carica era molto diverso dall’attuale. E venne rinnovato con l’indagine della guardia di finanza in corso: «Ci sentivamo quindi tutti umanamente coinvolti in quella vicenda e ognuno di noi ha subito dichiarato di voler lavorare per trovare una soluzione». Ma non è stato così.

Chi ancora ricorda il momento delle elezioni del nuovo consiglio sottolinea un dettaglio che si discosta parecchio rispetto ad altri rinnovi di consiglio avvenuti in Aias. «In quell’occasione a votare ci fu più gente del solito». Truppe cammellate? Chi parla non usa esattamente questa definizione, anche se spiega che «la cosa che ha destato stupore è che, chi già in carica, non venne rieletto nonostante la disponibilità data. Disponibilità che in passato aveva sempre garantito l’elezione». Non solo.

Salta poi fuori anche un altro dettaglio: «Tra i nuovi consiglieri eletti, quella sera c’era anche una strettissima parente di Ceccuzzi». Insomma, più di un ex consigliere si è sentito abbandonato da quello che fino a poco prima è stato il loro presidente: «Con una grana in corso come quella dei soldi spariti forse la cosa da fare era o dimettersi tutti, compreso Ceccuzzi, o fare quadrato. Così non è stato. Non solo il presidente ci ha tenuto all’oscuro di tutto anche quando eravamo ancora consiglieri. Ma non ci ha neppure informato sugli ultimi sviluppi. Avrebbe potuto usare un po’ più di rispetto nei nostri confronti, anche se non più consiglieri».

Giusto rilevare che Aias è un’associazione meritoria in quanto assiste numerosi disabili della nostra zona. Un impegno che porta avanti da anni in modo commendevole e insostituibile. La vicenda degli ammanchi non inficia affatto i contenuti sociali di un’attività che ha sempre fatto onore a Busto Arsizio.

 

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