Appalto ambulanze Varese, i sindacati contestano l’Asst. «Disservizi e ritardi»

ambulanze Varese

VARESE – A cinque mesi dall’avvio dell’appalto del servizio dei trasporti sanitari in ambulanza da parte di Asst Sette Laghi le organizzazioni sindacali stilano un bilancio della novità. Il giudizio è negativo, con le parti sociali che parlano di un modello non sostenibile e lamentano un disservizio che provoca ritardi a danno dell’utenza.

A luglio l’avvio dell’appalto

Dallo scorso luglio pressoché tutti i servizi di trasporto sanitario prima effettuati dal servizio ambulanze aziendale e da diverse associazioni, a vario titolo, del terzo settore, sono stati affidati ad un solo operatore economico esterno, mentre lo storico servizio ambulanze aziendale interno è rimasto attivo solo presso l’Ospedale del Ponte. La posizione dei sindacati è riassunta in una nota che porta la firma delle rsu aziendali e delle sigle Fp Cgil, Cisl Fp, Uilfpl, Fials, Nursing Up, NurSind e Cisal. «Nonostante i proclami aziendali della vigilia circa l’introduzione di una nuova strategia organizzativa che avrebbe consentito di superare frammentazioni e criticità e rendere più efficiente un servizio di estrema delicatezza ed importanza, la realtà oggi appare di tutt’altro aspetto», si legge nel comunicato.

Modello non sostenibile

I sindacati fanno notare che il servizio di centralino preposto alla presa in carico e gestione dei servizi, che avrebbe dovuto essere inglobato dalla centrale Quick door point del Monoblocco, si è solo trasferito dalla Palazzina 13 al Padiglione Santa Maria del Circolo e nella sola fascia diurna, mentre in quella notturna il nuovo operatore economico riceve e gestisce le richieste direttamente presso il proprio centralino. Le parti sociali sottolineano come si siano effettivamente verificati i disagi temuti alla vigilia. «L’impiego di una flotta di ambulanze numericamente inferiore a quella precedente, deficitaria sia nella fascia notturna e nei week end, i fattori di imprevedibilità ed emergenza e il venir meno dell’apporto del terzo settore, non poteva che tradursi in un modello non sostenibile rispetto alle reali necessità, se non a costo di inevitabili disservizi per l’utenza, in termini di ritardi e dilatazione dei tempi di attesa».

L’aspetto economico

«E così – continua la nota – si è verificato un primo atto di estensione in termini economici del contratto di appalto in essere a partire dal mese di dicembre, tradotto: ulteriori oneri finanziari per aumentare il numero delle ambulanze presenti ovvero circa 150mila euro in aggiunta all’importo di 1 milione 500mila circa annuo dell’appalto iniziale e che vanno peraltro a sommarsi agli ulteriori costi già sostenuti per i servizi aggiuntivi che sono stati ben superiori a quelli previsti. Del resto le difficoltà da parte dell’azienda nel partorire un modello organizzativo coerente si erano già palesate quando, nel 2020, i due precedenti bandi di appalto erano stati revocati; lo scenario pandemico inoltre non poteva che complicare il quadro, tant’è che in queste settimane si è predisposto, come in passato, un ulteriore appalto specifico per il trasporto di pazienti Covid+ per 111mila euro circa».

La “domanda”

«Tuttavia – concludono – i sindacati, se da un lato si registrano investimenti volti a fronteggiare le criticità emerse, situazioni spesso segnalate anche dalle organizzazioni sindacali durante gli incontri sindacali, dall’altro lo storico servizio ambulanze aziendale interno oggi rimasto attivo solo presso l’Ospedale del Ponte si trova come ieri alle prese con una progressiva riduzione degli autisti in servizio ed un parco mezzi da molti anni totalmente dipendente da atti di donazione. Non resta che una domanda, la “domanda”: Dove ci stiamo dirigendo? Verso un (dis)servizio migliore?»