Che riposi in pace l’eroica principessa laziale

Teodor Nasi 

Il 28 agosto 1944 muore a Buchenwald Mafalda di Savoia, principessa d’Italia, d’Etiopia e Albania, Langravia titolare d’Assia-Kassel. Era figlia di Vittorio Emanuele III. Era tornata in Italia nel 1943, dopo l’armistizio. Con un pretesto fu convocata presso il comando tedesco e da qui portata a Berlino e poi deportata nel campo di concentramento. Era una donna forte e, ricevendo da principessa d’Italia un iniziale trattamento di favore dai suoi aguzzini, aiutò numerose persone detenute con vestiti, cibo, medicine. Dopo un bombardamento che distrusse la capanna dove viveva, rimase ustionata e un’operazione di amputazione del braccio fu appositamente prolungata da farla poi morire dissanguata. Fu il tributo di sangue che i Savoia diedero alla belva nazista. L’agnello sacrificale della famiglia reale aveva la tessera onoraria n. 1 del 1933 della SS Lazio, di cui era tifosa. Che riposi in pace la eroica principessa, le cui ultime parole ricordavano l’Italia “dalle Alpi alla Sicilia”.

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