Sulle case popolari di Busto c’è stata superficialità

busto aler miriam arabini

Pubblichiamo l’intervento dell’assessore all’Inclusione sociale Miriam Arabini a seguito dell’intervento dell’ex assessore ai Servizi sociali Mario Cislaghi sulla querelle case popolari.

Mi rammarica leggere le affermazioni di Cislaghi. Da parte mia altro non ho fatto che rispondere alle continue domande poste sull’argomento dalla consigliera della Lega Paola Reguzzoni, dapprima con un’interrogazione del marzo 2018 e successivamente con le raccomandazioni in commissione Affari generali e in consiglio comunale. Non avrei potuto rispondere diversamente se non dicendo semplicemente la verità. Ora però il mio stupore è grande, la gestione delle case popolare avviene in forza di una convenzione siglata tra il Comune ed Aler, frutto di una decisione presa dalla precedente giunta e nello specifico in primis dai due ex assessori al Patrimonio e ai Servizi sociali. Detta convenzione siglata a fine dello scorso mandato prevedeva, e prevede ancora, che la parte economica (incasso e recupero canoni e tecnica fosse in capo al Patrimonio), mentre la parte relativa a bandi a seguito di domande e assegnazioni è in capo ai Servizi sociali. Preciso che le assegnazioni avvengono in sinergia con Aler e i sindacati di categoria. Compito di Aler è verificare che gli immobili siano idonei (secondo normativa) ad essere abitati da chi si trova in una graduatoria originata da criteri imposti da Regione Lombardia, i controlli vengono effettuati da Aler in concerto con l’Agenzia delle entrate. Queste debbono essere circostanze sconosciute a chi mi ha preceduto, essere la continuità politica non significa essere la continuità nella superficialità.
A distanza di sei mesi dal mio ingresso in giunta in qualità di assessore, parzialmente interessato alla partita in oggetto, mi è stato comunicato da Aler, a seguito di mie lamentele sulla mancanza di alloggi che soddisfacessero il bisogno, che la non presenza sul territorio di case assegnabili era dovuta alla mancanza di introiti da parte del Comune dei canoni di locazione che per legge debbono essere rinvestiti in ristrutturazione  degli immobili esistenti o nella costruzione di nuovi. Pertanto comunicai sia alla dirigente della Ragioneria, sia al collega con delega al Patrimonio, all’epoca architetto Alberto Riva, la necessità di porre in essere tutte le azioni per il recupero di quanto dovuto. Difficoltà sì difficoltà no, l’ importo accumulato da anni era ingente! Riva mi assicurò di avere dato avvio al recupero attraverso gli uffici di competenza. Ora mi sembra di aver chiarito che le competenze relative alla gestione economica della partita non mi appartengono, così come la verifica della presenza di requisiti per continuare successivamente all’assegnazione a condurre un immobile di edilizia popolare. Pertanto le raccomandazioni o le richieste di spiegazioni la consigliera Reguzzoni le avrebbe dovute rivolgere agli uffici del Patrimonio e ad Aler.
Mi meraviglia altresì che il signor Cislaghi si senta chiamato in causa. Il motivo l’ho spiegato sopra, probabilmente il loro lavorare in squadra non ha dato il risultato che avrebbe dovuto. Non corrisponde altresì al vero che questa giunta non amministri in squadra: il sindaco e gli assessori alla partita hanno negli anni fatto moltissimi incontri con i vertici di Aler, al fine di ricercare soluzioni alla sempre crescente esigenza abitativa. Colgo l’occasione per ricordare a politici navigati, quali sono i miei interlocutori in questa querelle improduttiva di soluzione che, entrambi appartengono ad una maggioranza politica di cui io sono parte dell’organo esecutivo, che il confronto avrebbero potuto avvenire in maggioranza rivolgendo domande e raccomandazioni a me e all’assessore al Patrimonio, che con me sta evitando di continuare in una gestione non soddisfativa con Aler, ponendo oggi obblighi a tutela del Comune ovvero dei cittadini che di case popolari hanno necessità. Mentre all’epoca non si preoccuparono nemmeno di obbligare Aler a non alienare immobili di loro proprietà presenti sul nostro territorio. E qui chiudo, perché le polemiche non risolvono nulla soprattutto quando improduttive.

Miriam Arabini

assessore arabini case popolari – MALPENSA24