Astuti (PD) presenta il referendum per “smontare” la Riforma sanitaria lombarda

MILANO – La Riforma sanitaria della Regione Lombardia ha poco più di anno, ma il Partito democratico la vuole già profondamente cambiare. Con lo strumento del referendum e con 3 quesiti che – dice il consigliere dem Samuele Astuti – eliminare alcune distorsioni proprio di quest’ultima riforma».

Il sistema sanitario non è migliorato

«Tutti noi – dice Astuti – abbiamo ben presente le problematiche del servizio sanitario lombardo e con la campagna “Con la Salute non si scherza” abbiamo ricevuto tantissime testimonianze di come il servizio pubblico non risponda alle necessità dei cittadini. Il servizio non è di certo migliorato anche in seguito all’ultima riforma sanitaria approvata al termine della scorsa legislatura, che abbiamo combattuto e non votato in Consiglio Regionale».

Astuti poi spiega i tre quesiti abrogativi: «Numerose associazioni impegnate sul tema sanitario hanno dunque deciso di presentare un referendum abrogativo per eliminare alcune distorsioni proprio di quest’ultima riforma. Il testo del referendum presentato a fine luglio contiene tre quesiti con attenzione soprattutto al rapporto tra strutture pubbliche e private(accreditate e non).

I tre quesiti

Nel primo quesito «si chiede di togliere l’equiparazione di “diritti e obblighi” tra gli erogatori di servizi pubblici e privati accreditati. Consapevoli della necessità di entrambi i pilastri non è possibile equiparare i due considerando la funzione universalistica e gratuita che svolge il Servizio sanitario nazionale».

Mentre nel secondo quesito «basandosi su quanto espresso nel primo si chiede di abrogare la possibilità delle singole Ats di rivolgersi a strutture private accreditate per l’erogazione di servizi, distorsione che può creare anche importanti disparità territoriali permettendo la formulazione di accordi locali e non stipulati a livello regionale».

E infine nel terzo ed ultimo «si chiede di abrogare la possibilità per le strutture private accreditate di concorrere per l’assegnazione delle case e degli ospedali di Comunità.Non è accettabile che strutture con l’obiettivo di avvicinare le cure al cittadino possano venir gestite da soggetti privati».

Infine Astuti conclude: «E’ notizia di qualche giorno fa la non decisione della giunta regionale di non esprimersi sull’ammissibilità del referendum».

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