Baby Verra: “Frattura alla mano superata, ora voglio una maglia per il Giro”

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Alessandro Verre sta cominciando la sua terza stagione da professionista in questi giorni, al Tour of Oman 2024. Il corridore lucano, che continua a vivere nella sua Marsicotevere, è ormai di casa all’Arkéa-B&B Hotels, parla il francese meglio dell’inglese, e ora vuole vivere una stagione da protagonista. 

La sua annata è cominciata con qualche settimana di ritardo per colpa… di un gatto. «L’inverno, in realtà, poteva andare meglio, perché dovevo andare in Australia ma sono caduto in allenamento due giorni prima di partire e mi sono rotto il quinto metacarpo – racconta Verre -. Ero a casa mia, una macchina mi stava sorpassando, mi sono distratto e non ho visto che un gatto si era buttato in mezzo proprio in quel momento. La frattura per fortuna era composta, ho cominciato a usare i rulli quasi subito e dopo tre settimane ero già in bici. Non è ancora del tutto risanata, ma ogni giorno sto meglio e non ho dolori in bici. Se le gambe ci sono, spero di poter fare qualcosa qui in Oman».

Avere un inverno regolare, senza intoppi, è ormai un privilegio che si possono permettere in pochi: «Fa parte di questo sport, alla fine sarebbe potuto succedermi anche in gara. Ma sono molto tranquillo, come probabilmente non lo sono mai stato. Dopo la frattura il programma è stato un po’ rivisto e non so ancora dove sarò dopo l’Oman, molto dipenderà dalle mie condizioni fisiche». Il desiderio, però, è ben chiaro in testa: «Ancora non so se andrò al Giro d’Italia, ma vorrei esserci, soprattutto dopo averlo lasciato prima del previsto l’anno scorso a causa del covid – aggiunge l’ex Colpack -. È stato un esordio un po’ falsato, perché sono risultato positivo alla fine della prima settimana, mi sono trascinato qualche giorno ma poi ho dovuto lasciare. Non so se il mio corpo ne abbia beneficiato come sarebbe stato finendolo normalmente, ma sicuramente mi son fatto tanta esperienza».

Scalatore puro, Alessandro sta lavorando per tenere i ritmi sempre più folli che il gruppo tiene quando la strada si inerpica: «In salita il livello è altissimo, sicuramente, ma direi non solo lì. Basti vedere la media d’età dei vincitori di queste prime settimane di stagione. È molto bassa, ci sono tanti giovani fortissimi e si va veloci ovunque. Bisogna tenere botta».

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