Baff al via tra gli applausi a Busto. Ma la prima emozione è per l’Ucraina

BUSTO ARSIZIO – Il Baff 2022 parte in quarta. Non solo red carpet, l’apertura è all’insegna della grande qualità artistica ma soprattutto con il pensiero rivolto alla tragedia dell’Ucraina. «La storia si sta ripetendo e dobbiamo chiederci il più perché» la coraggiosa voce di denuncia di Lidia Liberman, talentuosa attrice ucraina che emoziona la platea del teatro Sociale “Delia Cajelli”. La serata inaugurale dell’edizione che rinnova per la ventesima volta il sogno del cinema a Busto Arsizio non tradisce le aspettative. «Si apre una straordinaria settimana di cinema di qualità» annuncia la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli, che “apre le danze” insieme al direttore artistico Steve Della Casa e al presidente di B.A. Film Factory Alessandro Munari ricordando che «Busto è città di cinema».

Gli assenti hanno torto (e quelli giustificati)

Manuela Maffioli, Alessandro Munari e Anita Caprioli

La sala del teatro Sociale non si riempie del tutto per la serata di apertura, ma forse mai come in questa occasione gli assenti hanno torto. Assenze pesanti, ma giustificate, causa leggere indisposizioni di stagione, sono anche quelle del sindaco Emanuele Antonelli e del primo presidente del festival, Gabriele Tosi. Non manca Regione Lombardia, che nel 2003 diede una spinta decisiva al sogno del B.A. Film Festival: rappresentata, in prima fila, dalla vicepresidente del consiglio regionale Francesca Brianza. Per l’amministrazione comunale presente anche la presidente del consiglio comunale Laura Rogora e diversi esponenti dell’assemblea civica. Sul palco salgono due celebrità di respiro internazionale, il premio Oscar e due volte vincitore della palma d’oro a Cannes Bille August, e uno degli attori italiani più conosciuti nel mondo, Franco Nero, ma sono due donne a rubare la scena e ad emozionare il pubblico del festival. La prima madrina del Baff, la “local hero” Anita Caprioli, che arriva accompagnata dalla madre Cetti Fava (anima del Palkettostage di Busto Arsizio, sala ora intitolata ad Alberto Caprioli, marito di Cetti e padre di Anita) e che, oggi affermata star, ricorda i suoi inizi «da questo legno» del palco del Sociale. E Lidia Liberman, bravissima attrice ucraina che vive da anni in Italia e che è stata scoperta dal cinema che conta grazie alla sua magistrale interpretazione in “Maternal”, film di Maura Delpero che ha stupito al Festival di Locarno del 2019.

Emozione per l’Ucraina

È proprio Lidia a suscitare il primo grande momento di emozione del Festival 2022. Con un suo breve monologo sulla guerra in Ucraina vista da Kharkiv, una delle città più colpite dai bombardamenti delle armate russe di Putin. Un testo di una sua connazionale, Lyuba Orehova, già recitato al Salone del Libro di Torino e al teatro Franco Parenti di Milano, e accompagnato da una coraggiosa denuncia della disinformazione che viene fatta circolare a proposito dell’invasione russa in Ucraina. «La cosa più assurda – afferma Lidia Liberman – è che la storia si sta ripetendo come ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Non è normale che accada e dobbiamo chiederci il perché ma anche se abbiamo delle colpe. Probabilmente non ci rendiamo conto di quel che succede». Una toccante e intensa performance che riscuote applausi a scena aperta e che fa alzare in piedi diversi spettatori, a partire da Alessandro Munari e dall’ex sindaco Gigi Farioli. Anche Franco Nero sta con Lidia: «Un’aggressione assurda». Un inizio di Festival degno di una storia, questa sì da celebrare e da ripetere, che dura dal 2003. Il presidente Munari raccoglie complimenti per l’ottima serata e rilancia: «Sarà così per tutta la settimana». Il sipario si è aperto, il sogno del cinema a Busto può continuare. Domani, 3 aprile, riflettori su Liana Orfei (presente e acclamata in sala) e su un altro “local hero”, il compositore Alessandro Solbiati.

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