Il mito Franco Nero superospite al Baff: «Ho fatto 240 film. Ora un libro, “Django e gli altri”»

BUSTO ARSIZIO – Inizia all’insegna del respiro internazionale la ventesima edizione del B.A. Film Festival: dopo Bille August, è il grande Franco Nero, l’originale Django, il secondo superospite per la serata inaugurale. Il direttore artistico Steve Della Casa lo ha accolto allo Spaziofestival, la tensostruttura installata nel “salotto” del centro di Busto, piazza San Giovanni, che ospiterà eventi fino a sabato prossimo, 9 aprile. Dal grande Nero è arrivato un appello per il cinema, quello in sala: «Tutto quello che si fa per il cinema è importante, anche i festival. Ma il cinema, non la Tv e le serie Tv».

L’intervista

Uno degli attori italiani più famosi nel mondo, Franco Nero allo Spaziofestival è stato preso d’assalto dai fans a caccia di autografi e selfie. «Mi sono divertito a fare tutti i generi, ho lavorato con 30 cinematografie del mondo, ho interpretato personaggi di 30 nazionalità diverse – ha detto di sé l’attore – mi mancava il Papa, ma volete sapere l’ultima? Tre mesi fa mi chiama un regista spagnolo che sta girando un film che si chiama “The Man from Rome”, e ho fatto anche il Papa. Sono un privilegiato perché ho la fortuna di essere conosciuto in tutto il mondo. Ho fatto 240 film, ma negli ultimi 30 anni il 90% del lavoro all’estero». Tanti aneddoti di una straordinaria carriera, che a 80 anni compiuti non accenna a rallentare.

Una carriera tra i migliori

«Ho lavorato con i più grandi registi al mondo, di tutti i Paesi – ha raccontato Franco Nero – la Russia, con Bondarchuk. La Germania: Fassbibder. La Francia: Chabrol. La Spagna, Bunuel, e la Grecia, Kakoyannis. Ma anche registi come Elio Petri, che ritengo il Kubrick italiano. Ho fatto l’eroe italiano, Garibaldi, e quello ungherese, Arpad. E ho lavorato con i più grandi attori, come John Wayne. Mia nonna era gitana dell’andalusia. Forse ho preso da lei questo spirito gitano, non mi fermo mai, di sicuro non mi sono mai annoiato». La sua vita presto sarà raccontata anche in un libro. «Sapete il titolo? “Django e gli altri”». Sì, perché dopo il cameo che Tarantino gli ha dato in “Django Unchained” è quello il ruolo per cui passerà alla storia.

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