Provincia dell’Alto Milanese, Bellazzi: «Occasione persa da una politica piccola»

walter picco bellazzi

BUSTO ARSIZIO – «Rammaricandosi per la mancata istituzione della Provincia dell’Alto Milanese Gianluigi Fontana mostra quell’intelligenza viva e quella lungimiranza che da sempre lo contraddistinguono. Quella fu un’occasione mancata, conseguenza di una politica piccola e incapace di guardare al di là del proprio naso». Walter Picco Bellazzi (nella foto), avvocato, già presidente del Foro bustocco, in passato impegnato nella vita amministrativa cittadina torna sulle parole del procuratore di Busto, che lunedì ha detto addio alle aule di tribunale rimarcando, appunto, come il territorio abbia perso una grande opportunità non cogliendo la possibilità di creare un polo territoriale importante.

Era meglio la Prima Repubblica

«Sul fronte giudiziario la Provincia dell’Alto Milanese ci avrebbe permesso di avere sul territorio una sezione distaccata della Corte d’Appello – spiega Bellazzi – E invece siamo passati da quest’occasione da cogliere all’aver perso la commissione tributi, spostata a Varese, correndo il rischio che il tribunale di Busto venisse accorpato a quello di Varese. E per cosa? Per accontentare Legnano. Un tribunale del quale oggi resta soltanto un ufficio del Giudice di Pace distaccato e difficile da gestire». Bellazzi alza lo sguardo: «Cosa che avrebbero dovuto fare anche i politici di allora – spiega – Un polo territoriale di peso, anche sotto il profilo produttivo ed economico, avrebbe fatto di Busto una città importante, strategica e fiorente, anziché un paesone troppo cresciuto com’è oggi. E lo dico con rammarico essendo innamorato della mia città».

Di un’occasione resta un parcheggio

Bellazzi ricorda la Prima Repubblica: «Tutti i coinvolti in Tangentopoli sul nostro territorio sono usciti dalla vicenda da innocenti e da danneggiati (qualcuno ha ottenuto anche un risarcimento dallo Stato per quanto passato fatto salvo poi essere assolto in ogni sede con tante scuse) – spiega l’avvocato – Quello fu il punto di non ritorno. Perché va detto se la politica nella Prima Repubblica aveva la capacità di guardare allo sviluppo di un territorio non con un giorno, ma con anni di respiro, la piccola politica della Lega e di tutte le amministrazioni di centro destra poi succedutesi, non erano in grado di vedere oltre il loro naso. Sul piazzale delle Nord doveva sorgere il palazzo della Provincia, servizi per i cittadini, la possibilità di poter amministrare direttamente il nostro territorio senza subire decisioni arrivate da altrove. Di quel progetto oggi resta una distesa d’asfalto con un bel parcheggio. Io credo sia emblematico di quanto affermavo: una politica piccina che ha fatto sfumare una grande opportunità per tutti».

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