Fontana lascia la magistratura. Rammarichi?: «La mancata provincia dell’Alto Milanese»

gianluigi fontana

BUSTO ARSIZIO – «Quel palazzo l’ho visto la prima volta nel 1974». Il palazzo in questione è l’attuale sede della procura di Busto Arsizio (nel 1974 accoglieva anche il tribunale cittadino) e chi lo ricorda è il procuratore bustocco Gianluigi Fontana (nella foto) che ieri, lunedì 31 agosto, ha detto addio alle aule e agli uffici giudiziari dopo una carriera lunga 42 anni.

Una carriera lunga 42 anni

Una carriera che, poco dopo gli inizi, lo ha visto prestare servizio come sostituto procuratore per 10 anni proprio a Busto, salvo poi farvi ritorno alla guida della magistratura inquirente cittadina quasi 30 anni dopo il servizio reso in Corte d’Appello a Milano. Una “memoria storica” quella di Fontana che racconta i cambiamenti del territorio «Dal punto di vista della criminalità che ha visto le organizzazioni di stampo mafioso venire via via soppiantate dalle ‘ndrine e dalla criminalità organizzata straniera, in particolare albanese – spiega – Rimanendo invece immutata su altri fronti: Malpensa, ad esempio, è sempre Malpensa. Qualcosa è mutato con l’arrivo delle nuove droghe, ma le dinamiche sono rimaste pressoché identiche negli anni». Fontana ha osservato da un punto di vista estremamente particolare «Il tessuto sociale – racconta – Che qui, come altrove, ha subito e attraversato i cambiamenti dovuti anche alla crisi economica degli ultimi anni. E che è mutato anche dal punto di vista politico, come è fisiologico che sia». E al territorio imputa una sola grande pecca: «La mancata costituzione della provincia dell’Alto Milanese – spiega – Un’opportunità sfumata per la quale ora si pagano le conseguenze. Un passo importante in sospeso dagli Anni ’20 e mai concretizzatosi sino ad oggi. All’epoca per difficoltà oggettive, l’impegno di risorse economiche per un capoluogo di provincia era decisamente importante, oggi per mancanza di volontà e per una rivalità tra Legnano e Busto che ho imparato a conoscere da ragazzino, al liceo».

La mancata provincia dell’Alto Milanese

Una mancanza che si ripercuote anche sull’amministrazione giudiziaria in particolare dopo «L’accorpamento con Legnano – spiega il procuratore – Accorpamento che inizialmente avrebbe dovuto comprendere anche Rho, e che avrebbe avuto un senso con la nascita di un grande tribunale, e che poi è andato come andato. Per una procura avere un unico punto di riferimento, cioè una sola Questura, un solo comando provinciale carabinieri, un solo comando provinciale della guardi di finanza, è il miglior modo di gestire un’attività estremamente complessa per definizione. La mancata costituzione della provincia dell’Alto Milanese crea, anche sul fronte dall’amministrazione giudiziaria, una difficoltà in più in quanto i nostri riferimenti sono molteplici».

La carenza di personale

Fontana lascia una procura storicamente definita di “frontiera” «Che lavora molto – spiega – E che si interessa di un territorio caratterizzato da casi e omicidi spesso particolari, anomali». Il procuratore cita «Il caso Cutrì, difficilmente capita che un commando armato organizzi un’evasione poi completamente risolta in una sola settimana con l’arresto di tutti i coinvolti. Una vicenda drammatica che ha visto la reazione forte dello Stato» e ricorda l’indagine Angeli e Demoni che vede quale figura apicale quella dell’ex primario dell’ospedale di Saronno Leonardo Cazzaniga «Anche se non voglio entrare nei dettagli di un’inchiesta molto complessa che vede però il processo ancora in corso». Fontana cita anche l’omicidio Park, che ha visto il turista coreano Daehee Park, accusato di aver ucciso la moglie spingendola dal balcone di una stanza d’albergo a Cardano al Campo durante il viaggio di nozze. «Lascio una procura con personale estremamente capace – conclude il procuratore – La cui purtroppo storica carenza di organico è il solo vero problema. Carenza di organico che non riguarda tanto i magistrati, anche se Busto è caratterizzata da sempre da un grande turn over sul fronte dei sostituti procuratori che arrivano da Milano e vogliono tornare a Milano dopo i 4 anni canonici (due soltanto i pm rimasti durante tutta la guida Fontana: i sostituti Nadia Calcaterra e Francesca Parola), quanto il personale di polizia giudiziaria. In particolare dopo l’accorpamento con Legnano. Oltre a questo c’è lo scoperto che riguarda il personale amministrativo: al mio arrivo lo scoperto era del 50%, oggi siamo intorno al 42%. Inevitabilmente questo crea problemi dal punto di vista dei carichi di lavoro che sono molto importanti; mi auguro che la situazione possa ulteriormente migliorare». Sarà da oggi il procuratore aggiunto Giuseppe D’Amico a guidare la procura cittadina.

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