SOMMA LOMBARDO – Anche l’ospedale Bellini è Covid free. E’in fase di ultimazione la sanificazione del reparto che da fine marzo ha ospitato l’area di degenza post critica dedicata ai pazienti in fase di guarigione che avevano contratto il Coronavirus. Da settimana prossima tornerà al suo posto la riabilitazione, sacrificata durante l’emergenza sanitaria. Lo ha detto Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia, intervenuto oggi 24 giugno a Somma Lombardo per annunciare il finanziamento necessario alla sostituzione degli infissi – vetusti e pericolosi – dell’immobile di via Fuser dell’Asst Valle Olona. Si tratta di un intervento improcrastinabile nonostante, ha reso noto il consigliere regionale leghista, questa sede distaccata dell’ospedale sommese è destinata a chiudere nell’ottica di una riorganizzazione complessiva degli spazi.
Il destino di via Fuser
Durante il sopralluogo, effettuato insieme al consigliere comunale e provinciale Alberto Barcaro (Lega) che più volte gli aveva segnalato il problema, Monti ha potuto vedere con i propri occhi lo stato di degrado in cui versa il Poliambulatorio di via Fuser (sede distaccata del Bellini) dove l’intonaco cade a pezzi e la ruggine sta marcendo i balconi e anche le colonne portanti.
«Al momento abbiamo stanziato i fondi per la sostituzione di tutti gli infissi, pericolosi e non più a norma», ha detto Monti. Si tratta di un intervento urgente che però non cambia gli obiettivi dei vertici sanitari sull’edificio: «Oggi a Somma Lombardo c’è una sovrabbondanza di strutture. Per questo noi vogliamo trasferire gli ambulatori e gli uffici oggi presenti in via Fuser all’interno del Bellini, dove gli spazi non mancano. Auspico che venga fatto entro due anni massimo, senza aspettare l’ospedale unico Busto-Gallarate. Questo edificio potrebbe essere inserito nel Piano alienazioni o riutilizzato in ambito sociosanitario, magari insieme al privato accreditato».
Il futuro del Bellini
Proprio nell’ottica del nuovo ospedale unico Busto-Gallarate, secondo Monti il modello canadese è il più adatto per delineare il futuro del nosocomio sommese: «Il principio è chiaro: tutto quello che necessità della massima specializzazione ha più senso che trovi spazio nei grandi ospedali, dopodiché rimane tutto ciò che riguarda la presa in carico del paziente in cui gli ospedali territoriali, come quello di Somma, giocano un ruolo fondamentale».