Beppe Grillo, risposte dall’insonnia al Galleria di Legnano

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LEGNANO – L’insonnia è un tormento che suscita domande scomode. Beppe Grillo racconterà le sue risposte al Teatro Galleria di Legnano dove, sabato 10 novembre alle 21, porterà in scena “Insomnia (ora dormo!)”, nuovo spettacolo in cui, filtrati con pungente ironia, non mancheranno riferimenti all’attualità.

Dialogherà con il pubblico da una branda

In un monologo di due ore il popolare comico e politico genovese descriverà l’insonnia che da quarant’anni l’attanaglia, portandolo a porsi domande scomode, a interrogarsi sull’ovvio e a trovare risposte azzardate, diventando il personaggio che è oggi. Si tratterà di un viaggio nella vita di Grillo che, impossibilitato a dormire, si racconterà e interagirà con il pubblico da una branda sul palco. Come sempre non mancheranno i riferimenti all’attualità. Nel work in progress creativo di “Insomnia” il fondatore del Movimento Cinque Stelle, condividerà la sua visione del mondo che è e che verrà, auspicando dal mondo dell’informazione un ritorno a un sistema più percettivo, primordiale e instintivo.

La censura era meravigliosa

«La censura era meravigliosa: ti apriva la mente su come aggirarla. Il dire quello che si vuole, come oggi, è facilissimo» ricorda Grillo degli esordi in Rai, quella volta che gli chiesero di non parlare della P2. Non sarà solo il passato, con la Genova degli Anni Sessanta di Fabrizio De Andrè ma anche Donato Bilancia, a occupare la scena. Tra la disamina della situazione attuale e le previsioni per i prossimi anni, salgono in primo piano il salto tecnologico imminente, con il rischio di un’Italia scarsamente preparata ad affrontare innovazione dirompente, robotica e dematerializzazione, con aumento di malcontento e disoccupazione. Tra le soluzioni proposte connettere sempre più grandi hub e metropoli, nonché investire in strumenti come blockchain, ecosostenibilità e formazione. «Se non pensiamo a questo, che la cultura, l’istruzione, insieme alla redistribuzione del reddito, saranno il nostro futuro, noi non ce l’avremo un futuro»: quando la natalità è sottozero e nel 2025, quanto a vita media, ci saranno più settantenni che venticinquenni, nuovo impulso verrà da un welfare da non svendere attraverso dei banchieri.

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