Varese, i due Matteo a faccia a faccia. Per dare un candidato sindaco al centrodestra

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VARESE – Parafrasando un famoso film di Ettore Scola, con Sordi e Manfredi, domandiamo: riusciranno i nostri eroi a trovare un candidato sindaco per Varese? I “nostri eroi” sono i leghisti della Città Giardino che, forse domani, martedì 29 giugno, risponderanno in modo affermativo al quesito. In agenda c’è il faccia a faccia tra Matteo Salvini e Matteo Bianchi; il primo, leader del Carroccio, il secondo, richiesto dal partito che fu di Umberto Bossi di accollarsi l’onere di rappresentarlo alle elezioni amministrative d’autunno. Togliendolo dall’imbarazzo di non aver in serbo un esponente che possa sostituire nella partita elettorale Bobo Maroni, costretto alla rinuncia per serie questioni di salute.

La vicenda è nota nei suoi presupposti, non serve riassumerla. Il punto odierno è che Bianchi è riluttante a scendere in campo per Palazzo Estense, chiede una serie di garanzie personali e politiche. Personali visto che, se eletto, dovrà rinunciare allo scranno a Montecitorio e a una carriera che sta prendendo quota; politiche riguardo alle incombenze a cui dovrà far fronte un sindaco, a cominciare dalla formazione di una giunta di livello, affrancata da ingerenze più o meno intuibili. Insomma, vuole garanzie. E le chiede a Salvini, domani in visita a Gallarate per un endorsement al sindaco uscente, Andrea Cassani. Occasione propizia per chiarire le idee e, appunto, ottenere dal “capitano” tutte le assicurazioni poste in elenco. Bianchi non si tira indietro, si offre “alla causa”, ma nemmeno intende immolarsi senza i necessari ammortizzatori per il presente e per il futuro.

A suo favore gioca l’unanime considerazione di cui gode in Lega e tra gli alleati di centrodestra, che dovranno sostenerlo in campagna elettorale. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi con l’Italia si sono già espressi favorevolmente attorno al nome di Bianchi, considerato un leghista moderato, incline al dialogo, mai sopra le righe. Caratteristiche che ha avuto modo di dimostrare nei lunghi anni in cui ha guidato la segreteria provinciale del Carroccio, un periodo tutt’altro che tranquillo nonostante il centrodestra del Varesotto avesse il vento a favore. L’arte della mediazione si è spesso rivelata risolutiva rispetto alle forzature e alle pretese interne alla coalizione.

Oggi la situazione si è ribaltata, perlomeno per quanto concerne gli equilibri partitici. Ma, fuori gioco Maroni, serve un leader altrettanto prestigioso, quanto meno sotto il profilo politico. La Lega, designata a indicarne il nome, ha esplorato decine di possibili candidati. Ha fatto scouting a 360 gradi, ma senza esito. Ed è tornata da dove era partita, da Matteo Bianchi. Così domani, i due Matteo si ritroveranno per chiudere un periodo poco felice per l’immagine del partito in provincia e per aprirne finalmente uno nuovo. L’obiettivo è il ritorno del centrodestra a Palazzo Estense. Passando per un sì ufficiale che tutti stanno attendendo. Anche con ansia.

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