Botta e risposta in commissione a Legnano sul piano per salvare Accam

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LEGNANO – Botta e risposta, sul piano tecnico ma anche politico, in commissione consiliare Sostenibilità oggi, venerdì 4 giugno, sul progetto di NewCo presentato dalla Giunta di Legnano per Accam. Ad accendere subito la discussione è stato il consigliere civico Franco Brumana, per il quale il piano industriale «è una mistificazione. Altro che economia circolare, noi bruceremo i rifiuti degli altri anziché i nostri. È un progetto di salvataggio di Accam – ha incalzato Brumana – tramite la sua acquisizione e l’indebitamento della Newco per far fronte alle passività di Accam. Nei prossimi 12 anni le risorse messe a disposizione serviranno a questo, a tenere in vita un inceneritore obsoleto, inutile e fortemente inquinante.

«Il piano – ha proseguito il consigliere del Movimento dei Cittadini – prevede due fasi: far andare al massimo l’inceneritore di Borsano per recuperare quanti più soldi possibile e una seconda che sarà elaborata in seguito, ma per cui non è stato ancora stanziato un centesimo. Perché non fare subito gli interventi necessari per una vera economia circolare e per recuperare i soldi con cui ripianare i debiti, e lasciare Accam al suo destino? Non è necessario rovinare la salute della gente disperdendo veleni nell’aria per altri 12 anni, per poter fare poi gli interventi di economia circolare».

Pesanti critiche dalle opposizioni

Anche per Letterio Munafò (Forza Italia) quello di Borsano «è un impianto obsoleto, inquinante e difficile da sistemare con tecnologie più avanzate. L’economia circolare è possibile quando ci sono gli impianti per farla, non con dei rottami. Questo – ha ribadito Munafò – è un progetto di una delicatezza unica, dove non tralasciare nulla per capire quale futuro potrebbe avere. E io sono quasi certo che sia negativo. Questa Amministrazione in campagna elettorale era contro l’inceneritore, quindi di che cosa stiamo parlando? Si sta giocando una partita veramente negativa, quando c’è un altro inceneritore (il termovalorizzatore Silla 2 di A2A a Milano, nda) a 15-20 minuti di strada».

Da Brumana, poi, una frecciata politica alla maggioranza laddove ha ricordato che «partiti e movimenti che hanno sostenuto l’attuale Amministrazione, come i Verdi e i Cinque Stelle, sono fortemente contrari al piano, per non parlare di Legambiente».

I tecnici: «Emissioni in regola»

La replica tecnica è stata affidata a una serie di esperti. Per il direttore generale Counseling e appalti di CapHolding, Michele Falcone, «questo è un piano di sviluppo con uno sguardo più ampio di Accam. Non impedisce che le società coinvolte presentino altri piani per la gestione dei rifiuti non tra 12 anni, ma già tra un anno. Gli investimenti sull’inceneritore non sono gli ultimi e nemmeno gli unici: CapHolding ha già previsto 5,6 milioni di euro proprio per lo sviluppo dell’economia circolare».

Sugli inquinanti Eugenio Gosso, esperto in bonifiche di aree contaminate e due diligence ambientali, «le campionature in una ventina di punti distribuiti omogeneamente hanno fornito una fotografia degli inquinanti, come diossine e furani, diversa da quelle diffuse, al di sotto dei limiti per i quartieri residenziali e quindi ben al di sotto di quelli in vigore per i siti industriali. I terreni circostanti non sembrano risentire di ricadute dei processi di combustione. Un solo punto rileva alti Pcb, per il resto i valori sono 5-6 volte inferiori di quelli rilevati in passato».

«L’impianto di Borsano – ha confermato Andrea Lanuzza, direttore generale di Amiacque-Gruppo Cap – ha emissioni a norma, che non comportano accumuli superiori ai valori di legge, anzi ben al di sotto di essi. Tutti i parametri obbligatori sono analizzati e nuove norme europee impongono misure ancora più accurate per le quali ad oggi non esistono ancora gli strumenti e le centraline adatte, anche per il monitoraggio delocalizzato rispetto al camino dell’inceneritore. Non abbiamo preoccupazioni, ma vogliamo comunque alzare l’asticella dei controlli, come l’Europa chiede di fare».

Radice: «Ampia convergenza politica»

radice lorenzo legnano accamSul piano politico il sindaco Lorenzo Radice (sopra) si è detto «molto convinto di questa operazione. Mi rincuora la convergenza, anche a livello politico, molto ampia sia sul nostro territorio, con sindaci di centrodestra, di centrosinistra e di liste civiche (nella foto in alto, la riunione di ieri) e anche a livelli superiori, come la giunta regionale, con le affermazioni dell’assessore Cattaneo. La Regione ha bisogno di impianti per fare l’economia circolare – ha sottolineato Radice – e questo territorio sarà all’avanguardia rispetto ad altre zone d’Italia. Il piano sul tavolo farà fare un salto di qualità al territorio intero e anche a un’area più ampia, comprendente Varesotto e Milanese.

«Io – ha concluso il sindaco di Legnano – ho una grandissima paura di mettere il ciclo dei rifiuti in mano al privato, perché a quel punto diventeremmo la pattumiera d’Italia, ricevendo rifiuti da ogni parte del Paese ed anche d’Europa, nel rispetto al minimo dei limiti di legge. Oggi si decide se chiudere una società, ma non un inceneritore, che non si può chiudere. Il deficit di risorse? L’alternativa sarebbe pagare un milione in più all’anno per smaltire i nostri rifiuti. E non mi pare poco».

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