Il Covid-19 e le opportunità per ripartire subito

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

di Gian Franco Bottini

Il Presidente Mattarella, in occasione della festa della Repubblica, ha fatto il suo discorso assimilando il dopo-Covid al dopoguerra del 1945. Effettivamente le analogie sono tante, anche se non totalmente sovrapponibili per le diversità nell’entità dei danni e nel contesto geopolitico, ma assolutamente assimilabili se si percepisce la grande opportunità di rimettere “a modello” un sistema oramai bolso.

Allora come oggi c’era una gran necessità di aggredire la vita e soprattutto una urgenza nel farlo. Oggi come allora le classi sociali si sono oltremodo divaricate e i focolai sotto la cenere difficili da controllare. Allora avevamo D.C. e P.C.I. collaborativi in fase costituente ma pronti a sbranarsi per la conquista del potere; oggi abbiamo un governo logicamente “provato” e una minoranza scalpitante che però “propone” ma non osa attaccare fino in fondo.

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Gian Franco Bottini

Ieri i quattrini arrivavano dal Piano Marshall, oggi dovrebbero arrivare dalla “torta europea” : in ambedue i casi da un evento disastroso sono nate opportunità di rilancio importanti, compreso l’allentamento, da parte di una Europa che se “la sta facendo sotto”, di alcuni freni inibitori. Ai tempi del dopoguerra l’assetto politico era in costruzione e chi era più bravo e più rapido, in un sistema assai labile, poteva acquisire le risorse per lanciare progetti ed opere, tanta era la loro necessità; oggi il sistema, seppur indebolito, è più strutturato e le parti politiche spesso “giocano a uomo” , con il rischio di dar vita a tragiche ingessature anche su opere di vitale necessità.

Il nostro rischio odierno, lo abbiamo visto e ancor più temiamo di vederlo, è quello di non saper spendere dei soldi che abbiamo a disposizione, timorosi di finire nelle grinfie della criminalità organizzata , il che significa rinunciare a governare. E’ bene ricordare che l’America risolvette la guerra sbarcando in Sicilia grazie all’accordo con la mafia, che quindi esisteva anche nel dopoguerra; oggi si è sicuramente evoluta ma sono cambiati anche i nostri mezzi e le nostre capacità di contrasto.

Ritornando al discorso del Presidente della Repubblica ci hanno incuriosito due circostanze. La prima è la sua anticipazione al primo giorno di giugno , contrariamente alla logica e alla tradizione. Un non marginale cambio di liturgia, per una istituzione così rigida, deve avere una sua ragione. Noi, coi nostri limiti, non abbiamo saputo far altro che pensare trattarsi di un sollecito/avvertimento a “fare i bravi ragazzi” a quei monelli del centrodestra che il giorno dopo si sarebbero radunati a Roma per una manifestazione che avrebbe voluto essere una spallata al Governo ma che, per la verità, è risultata ordinata ancorchè assurdamente sprezzante dei pericoli del covid-19.

La seconda circostanza che ci ha colpito è ancor più intrigante e riguarda il ripetuto richiamo del Presidente ad una “unità morale” alla quale si possono dare molte interpretazioni ma che , per essere pratici, ci pare molto vicina all’invito per un governo di unità nazionale o, come dir si voglia, di larghe intese.

Se le nostre interpretazioni trovassero una conferma ci sarebbe da pensare che il Presidente, al quale il naso certo non manca, fiuti i pericoli di disordini sociali e politici in questo momento inopportuni e il contestualizzarli nell’ ultimo dopoguerra non può essere che un invito a mettere da parte le azioni di pura propaganda per trovare delle regole condivise per l’utilizzo della “torta europea”(parliamo di politica e non  di malaffare!) perché questo è un momento che il Paese deve sfruttare per ringiovanirsi strutturalmente. In parole povere: bando alla inutile e rovinosa dialettica perché le opere devono partire, alla faccia della burocrazia, come il ponte di Genova ha insegnato.

Sappiamo che criminalità e corruzione sono virus presenti ma covid-19 ci ha anche insegnato che se pretendiamo di avere “ infettati zero” rischiamo di morire soffocati e, contrariamente al covid-19, gli antidoti necessari li abbiamo e volendo li sappiamo anche usare. Chi pensasse che criminalità e corruzione non fossero presenti nel miracolo economico del dopoguerra è un ingenuo e una prova ne sono alcune grandi ricchezze che da la hanno tratto origine; la differenza però è che oggi le possiamo contrastare e il timore di loro non deve essere un freno per una grande opportunità da cavalcare oggi , perché domani sarebbe tardi.

Lo diciamo in totale buonafede e fiducia nella politica, con la speranza di non venire fraintesi , come se il nostro fosse un invito alla pacifica convivenza con il malaffare.
bottini mattarella covid opportunità – MALPENSA24