Busto, Aima-Child dona i tablet e lancia una raccolta di oggetti per l’ospedale

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BUSTO ARSIZIO – Dai bicchieri di carta, ai pettini per i pazienti. Ma anche la biancheria intima, gli asciugacapelli, gli indumenti e gli effetti personali. Una lista fin troppo lunga. All’ospedale di Busto Arsizio mancano una serie di oggetti che sono indispensabili per chi è ricoverato, sia per l’igiene personale che per le abitudini di ogni giorno. Nulla che riguardi un disservizio del personale. Tutt’altro: la seconda ondata di contagi Covid ha portato l’emergenza sanitaria a picchi decisamente preoccupanti. E, vista la situazione, nessuno può entrare né uscire dalla struttura. Con tutte le conseguenze del caso. A lanciare l’allarme è Simona Pantalone, presidente di Aima-Child (Associazione italiana malformazione di Chiari), che è venuta a conoscenza di queste mancanze andando in ospedale a donare tre tablet, da mettere a disposizione dei nonni in degenza. Ne è nata una doppia missione.

«I pazienti hanno freddo»

La situazione contagi a Busto è in continua, forte crescita. Tanto che i positivi hanno raggiunto un numero che supera anche Varese. Tra i casi Covid, molti sono costretti al ricovero. E le regole sono chiare in ospedale: nessuno entra, nessuno esce. Le conseguenze sono una serie di mancanze che in breve tempo finiscono per mettere in difficoltà i pazienti ricoverati. Lo spiega Pantalone: «Ero entrata in ospedale con un altro intento. Ma poi ho visto che oltre ai molti problemi, si aggiungono anche piccole cose, come l’assenza di bicchieri e di piatti di carta, cambi di vestiti e asciugacapelli. Perché nessuno può avere contatti con i familiari». Piccole cose, che però messe insieme possono essere una scocciatura. «Ogni giorno i pazienti ricevono un cambio, ma si tratta di un camice sottile, troppo leggero: hanno freddo».

Da qui l’idea: «Ho pensato di organizzarmi per raccogliere tutto il materiale necessario, attraverso una serie di donazioni», racconta il presidente di Aima-Child. «Non vogliamo soldi, solo oggetti utili». Ne è nata anche una pagina Facebook, che si chiama “Aiuto per gli ospedali della Asst Valle Olona” , «che ogni giorno viene aggiornata con informazioni e foto», aggiunge. «Non appena avremo raggiunto un primo carico, lo porteremo in ospedale con un furgone».

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Tre tablet per i nonni

Ma Pantalone si era mossa con un altro progetto in testa. E non meno importante. Sono tre tablet donati alla struttura, da mettere a disposizione dei nonni che non riescono ad avere contatti con i parenti. Un’iniziativa che parte proprio dall’ideale di Aima-Child. Come sottolinea il presidente: «I nostri bimbi sono abituati al lockdown, lo vivono quotidianamente. Infatti, sono affetti da una rara malattia, la malformazione di Chiari, che li costringe alla didattica a distanza a causa della sintomatologia». Un modo per dire che chi vive una situazione simile, in primis le famiglie e le persone che si dedicano al loro sostegno, sanno «quanto sia importante tenere i contatti con chi si preoccupa per loro durante il ricovero».

E ora che molti nonni sono in ospedale, senza vedere nipoti e familiari, arriva una soluzione: i tablet per videochiamare a casa. E ritrovare così «la forza per combattere e la voglia di tornare a giocare con loro. In questo modo, avremo raggiunto il nostro obiettivo». Un’occasione anche per ringraziare il personale medico, al quale «abbiamo donato quattro vassoi di brioches, un piccolo regalo per il duro ma indispensabile lavoro che ogni giorno svolgono».

Aziende e associazioni: donazioni da tutta la provincia per l’ospedale di Busto

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