Busto al centro, nessun accordo con Farioli. Bottini: «Prima la nostra identità»

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Gian Franco Bottini

BUSTO ARSIZIO – “C’è grande confusione sotto il cielo… dei moderati. Quindi la situazione è eccellente”. Non ce ne voglia l’elettorato centrista se mutuiamo una celebre fase di Mao. Ma è quella che meglio riassume l’analisi politica di Gian Franco Bottini, leader di Busto al centro, formazione civica, che nelle ultime settimane è stata “sballottata” dall’onda d’urto della scelta di Gigi Farioli di mettersi a capo di un composito polo di centro. I civici di Bac però hanno tenuto la barra dritta «per seguire una rotta – dice Bottini – che potrebbe portare a quanto ho sempre sostenuto. Certo non ora, ma in un futuro a questo punto non più lontano».

La prima notizia è che Gian Franco Bottini, che dei civici bustocchi (e non solo bustocchi) è sempre stato il “google map” ha deciso di guidare la squadra da capolista di Busto al Centro che avrà come candidato sindaco Luca Castiglioni. E la seconda notizia è la lettura politica che dà al progetto Farioli. Bottini, dopo aver rinserrato le fila dei civici, puntellato le certezze di chi tra i suoi ha avuto dubbi e ritrovato certezze, legge la scelta dell’ex sindaco di Busto come «uno stimolo a voler creare una casa comune per gli elettori di centro. Progetto che però non si è potuto concretizzare in questo momento, ma sul quale si potrà finalmente ragionare. Come del resto ho sempre auspicato e illustrato due anni fa in un convention provinciale di Forza Italia».

Gian Franco Bottini, senza troppi giri di parole, quel centro politico a cui tanti ambiscono, dal centrodestra al centrosinistra, inizia ad essere politicamente un po’ troppo affollato, oltre che sempre più frazionato, non crede? 
«Affollato e, aggiungerei, ingarbugliato. Proprio per questo credo sia importante, oggi più di ieri, essere presenti con la nostra identità. Che non dobbiamo né creare  e neppure rivendicare dal momento che l’abbiamo costruita in questi anni. Però vedo una serie di aspetti positivi sia dentro Busto al centro, sia in quell’area moderata centrista, che poi è l’alveo in cui ci siamo sempre mossi».

Come, Gigi Farioli con la sua proposta rischia di drenare voti che fino a poco fa “erano vostri” e lei vede aspetti positivi. Scusi, ma c’è qualcosa che non torna. 
«Finalmente qualcosa si è mosso nell’elettorato centrista che continuo a ritenere essere maggioritario in città. E si è mosso nell’ottica di costruire un progetto che sappia essere riferimento autorevole di tutta l’area di riferimento. Credo ci siano le premesse per iniziare a ragionare in questa direzione e per dare corpo a quanto oggi non si è potuto concretizzare per evidenti motivi».

Motivi che francamente ci sfuggono. Dire “lo facciamo, ma da domani” non è un modo edulcorato per chiudere porte che, l’ha detto lei, si sono finalmente aperte? 
«Guardi non alcun problema nel dire che Busto al centro potrebbe registrare una perdita di voti. Ma in politica bisogna usare un’ottica molto più ampia. E gli stimoli politici che spingono l’elettorato moderato a prendere finalmente posizione potrebbero per noi colmare quelle perdite. Metto sul tavolo un dato: abbiamo costruito una lista con tanti giovani. Un segnale in controtendenza rispetto a uno scenario politico in cui il tema della disaffezione e dell’impegno di nuove forze è concreto. Se poi guardo alla nostra proposta, dico che Busto al centro si rivolge a quell’elettorato staccato dalle logiche partitiche. Logiche che invece sono alla base del ragionamento di Farioli. E lo dico senza alcuna punta di critica o vena polemica. E’ una semplice presa d’atto».

Dettagli che l’elettore saprà cogliere? 
«Che sono dettagli lo dice lei. Io credo invece che si debba partire da lì. C’è un elettorato moderato e ci sono proposte e metodi diversi. Che in questo momento non possono unirsi. Ma è chiaro che ora ci sono le condizioni. Il percorso però sarà lungo. Insomma, so bene che oggi c’è Farioli in campo. Dietro di lui, per ora, vedo un agglomerato di sigle dentro al quale noi non vogliamo “annegare” la nostra identità. Ecco, vediamo che fine faranno molte di quelle sigle dopo le elezioni. Sarà a quel punto che si potrà capire come costruire il progetto di cui parlavo sopra».

Inutile girarci intorno: con Farioli in pista, con Forza Italia che è rientrata seguendo più “le ragioni di Stato” che il cuore e i valori del partito, lei non è più l’unico portabandiera del centrismo equidistante e ben marcato rispetto agli schieramenti politici. Quanto soffre per questa perdita di “leadership”?
«Mi ha infastidito questa accelerazione che ha creato confusione. E’ vero, non sono più l’unico portabandiera di quel progetto. Ma questo per me e per tutti noi è sempre stato chiaro. Un progetto civico arriva al punto in cui o cresce e amplia il suo raggio di condivisione o si esaurisce. Detto questo soffrirei nel veder appassire Busto al centro, non nel vederlo crescere ed essere portatore di valori in un campo più ampio».

Eppure sembrerebbe che qualcuno dei “vostri” crede che questo “campo ampio” sia stato in qualche modo tracciato da Farioli. Non teme di perdere qualche pezzo primo ancora delle urne? L’ex assessore Fantinati ad esempio. 
«Claudio Fantinati non si candida con noi e con nessun altro. Personalmente ho deciso di non rincorrere tutte le voci e per quanto riguarda Fantinati posso dire che non ha mai smesso di lavorare con il gruppo. E’ presente e partecipativo».

Con Castiglioni ricandidato sindaco però avete giocato “di conserva”, o almeno così sembra.
«Luca Castiglioni ha un grande consenso personale ed elettorale, in questi anni in consiglio ha aggiunto credibilità alla sua nota autorevolezza ed è una figura civica pura. E’ stata una scelta naturale e condivisa da tutti in Busto al centro. Una scelta coerente, non certo di conserva».

Guardiamo allo scenario elettorale bustocco: provi a leggere le carte della sfida. Cosa vede? 
«In generale direi che il quadro è poco chiaro rispetto al passato. A Busto meno che altrove però. Di certo, chi vincerà non potrà pensare di amministrare “da solo”, ma dovrà allargare e aprire ad altre forze».

Sta forse dicendo che, in caso di ballottaggio, Busto al Centro può essere l’ago della bilancia? 
«Il nostro obiettivo è fare un buon risultato. Non saremo portatori d’acqua di nessuno. Se ci saranno le condizioni ci siederemo al tavolo con la parte che ritiene interessanti le nostre idee. E con chi saprà accettare anche  la nostra libertà civica su una serie di temi».

Il messaggio, visto che è il favorito, è rivolto ad Emanuele Antonelli. Anzi, i maligni dicono che avete già in tasca un accordo con il sindaco uscente per un eventuale ballottaggio. E’ cosi? 
«A me non risulta. L’ultima volta che ho parlato con Antonelli risale a sei mesi fa. Ora la situazione è completamente cambiata. E sinceramente credo che al momento nemmeno il sindaco abbia interessi a stringere accordi prima che le cose accadano. Noi giochiamo la nostra partita».