Busto, il messaggio di Alessia Orro per tutte le donne: «Non subite, denunciate»

alessia orro

BUSTO ARSIZIO – Soltanto una donna forte avrebbe potuto tirare fuori qualcosa di utile, anzi di necessario, da un incubo. Alessia Orroventunenne giocatrice di pallavolo della ‘Unet Yamamay’ di Busto Arsizio e della Nazionale di volley, lo ha fatto oggi, giovedì 26 settembre, durante la conferenza stampa voluta in casa Uyba (a casa sua, come ha più volte sottolineato) per lanciare un messaggio fortissimo: «Ho deciso di non chiudermi in me stessa, di parlare di quello che è accaduto perché possa essere di aiuto a tutte le donne – ha detto Orro – A chi ha subito quello che ho subito io, oppure qualcosa di peggio come purtroppo accade troppo spesso, voglio lanciare un messaggio chiaro: denunciate. Non rinchiudetevi in voi stesse, denunciate quello che vi sta accadendo. Fatelo con forza e affidatevi ai vostri affetti. Denunciando le cose cambiano, denunciando l’incubo finisce».

Ho pensato che non sarebbe mai finita

Orro da mesi era vittima di stalking da parte di Angelo Persico, professionista novarese di 52 anni, con altri due precedenti specifici alle spalle.Lunedì Persico è stato arrestato dagli uomini del commissariato di polizia di Stato di Busto «Che ringrazio per quanto hanno fatto», ha precisato la giocatrice, arrivato a Malpensa da Olbia dove aveva seguito Orro ancora un volta. L’ultima: da lunedì Persico, che al gip Nicoletta Guerrero s’è detto innamorato della ragazza (una follia definire amore una cosa del genere), è in carcere. Orro ha raccontato del disagio e della paura provati per mesi, dei messaggi osceni che Persico le inviava, dell’impossibilità di bloccarlo sui social perché l’uomo passava da un profilo all’altro. La giovane campionessa è rivelato anche qual è stato il momento peggiore: «Dopo l’estate – ha detto – Sono tornata a Busto dopo un periodo con la nazionale. Ho creduto finalmente di essermene liberata, che tornando a Busto smettesse di seguirmi. E invece ho alzato gli occhi proprio qui (e ha indicato il campo) e me lo sono trovato davanti al termine di un allenamento. Lì ho realizzato che non avrebbe smesso mai, che non era la fine, anzi». Orro ha fatto la cosa giusta: ha parlato con le sue compagne, con il fidanzato e con la società.

Con i tifosi veri il nostro rapporto non cambierà

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«Ha mostrato un coraggio eccezionale – ha detto Consuelo Mangifesta, responsabile relazioni esterno e comunicazione della Lega Volley Femminile, a sua volta perseguitata per 4 anni – E ha coraggio oggi a volerne parlare. Ad affrontare il problema. La pallavolo da sempre ha un rapporto di stretta vicinanza con i tifosi che al 99,9% sono tifosi e basta e rappresentano la nostra forza. Tuttavia accade sempre più spesso, a tutte le donne, e in questo i social sono un arma per queste persone, fatti simili. Alessia oggi è qui per illuminare un problema al quale dobbiamo prestare massima attenzione e per dire a tutte le donne di parlare, di chiedere aiuto». Mangifesta si è unita a Orro anche nel ringraziare la società Uyba: «Una società vera, una squadra vera. Una famiglia che non ha mai lasciato sola Alessia». Orro veniva accompagnata a casa, veniva seguita passo a passo affinché non potesse mai essere avvicinata da Persico. Una rete che ha coinvolto anche alcuni dei tifosi (quelli veri, quelli che amano la Uyba). «E il rapporto che oggi noi abbiamo con i nostri tifosi non cambierà – ha detto il direttore generale Uyba Enzo Barbaro – Parlo dei fan autentici che sono la nostra forza. Quelli che sono vicini alla squadra e basta, che non vanno oltre. Certo monitoreremo ancora di più l’attività social, strumento purtroppo molto utilizzato in questo caso e non solo, e l’attenzione a segnalare qualunque comportamento inappropriato o peggio sarà massima».

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