Busto annuncia: “L’Italia è libera!”. Storica galleria fotografica di quel 25 Aprile

busto liberazione la resa
25 Aprile 1945. Un'immagine delle trattative della resa dei militari tedeschi alle porte di Busto Arsizio

di Gian Franco Bottini

Chi scrive è stato solo sfiorato, per motivi anagrafici, dai tragici avvenimenti che conclusero la Seconda Guerra mondiale e i labili ricordi di una tenera infanzia non avrebbero preso nel tempo un maggior corpo, grazie a ricordi e testimonianze più attendibili, se non si fosse verificato un piccolo caso fortuito capace di accendere la curiosità.

Come a molti adolescenti, in un annoiato giorno di vacanze estive, ci capitò di andare a rovistare in un abbaino di una vecchia e trascurata casa di famiglia, alla curiosa ricerca di lettere, francobolli, testimonianze di quella che poteva essere la storia di avi conosciuti solo attraverso vecchie fotografie con quello sfondo giallino, che pare fosse di moda nel secolo scorso.

Da sotto montagne di ciarpame, sul quale erano evidenti le tracce di decenni di tranquilla permanenza di famiglie di roditori, era sbucata la carcassa di una vecchia radio a valvole di marca Telefunken, sul cui schermo, per la sintonizzazione delle varie stazioni trasmittenti, fra le città più importanti del mondo campeggiava il nome di Busto Arsizio. Quanto bastava ad accendere la curiosità di un adolescente e ad aprire un mondo di ricordi e di testimonianze su una delle pagine più importanti della nostra storia nazionale.

Inserita nel contesto EIAR, quindi di livello nazionale, era installata nella nostra città una stazione trasmittente prima chiamata Radio Busto Arsizio e successivamente Radio Alto Milanese e poi ancora Radio Busto Libera.

Da questa stazione, sulle onde dell’etere, fu lanciato il primo messaggio che annunciava che “L’Italia è libera!”; un messaggio che, sulle onde corte, raggiunse persino l’America e i nostri connazionali prigionieri nel nord dell’Europa.

Per proclama del Comandante Militare della piazza di Busto Arsizio si dichiara decaduto il regime fascista repubblicano, si esorta la popolazione alla calma e al rispetto delle leggi civili e militari dell’8 settembre ’43, rientrate in vigore. Cittadino italiano, tu che hai sofferto per la tua Patria, ancora una volta calpestata dal barbaro nemico, l’ora della tua liberazione è giunta. Lavoratore, ancora per qualche giorno, controlla ogni tentativo di distruzione delle tue macchine, delle tue officine, delle tue fabbriche, delle centrali elettriche. Salva la tua ricchezza di domani. Donne siate degne dell’ora che volge. Italiani tutti al vostro posto per la battaglia

Era il 25 Aprile 1945 e questo era il messaggio rivolto agli Italiani che, scritto e letto da due cittadini bustesi, Nino Miglierina ed Enrico Tosi, volò nel mondo, per annunciare la fine di un drammatico periodo. In concomitanza della ricorrenza di quella data, ci pare opportuno riprendere quel messaggio a nostro parere trasudante di passione ma anche di precisi suggerimenti.

Come per tutti gli eventi che rappresentano una tragedia umanitaria, il suo ricordo deve suonare come monito alla non ripetizione. Ma se questo monito viene correttamente recepito, il basare la fonte di scontri ideologici odierni su quegli eventi, oltre che improponibile per la enorme differenza dei contesti storici, ci pare irrispettoso verso coloro che, in ambedue le parti e con diverse idee e passioni, di quegli eventi furono veri protagonisti. Grazie a loro oggi ci è consentito avere ancora differenti idee e passioni, ma solo grazie a noi potrà essere garantita la possibilità di continuare a coltivarle e professarle.

Quello che colpisce in quel comunicato è la maturità e l’equilibrio con il quale, pur in un momento emotivamente difficile da controllare, si invitava al rispetto delle leggi e se allora non sempre riuscì ad essere ascoltato, oggi, in un contesto democratico, abbiamo invece il dovere di farlo nostro. Così come colpisce la lungimiranza nell’ invitare a pensare al “domani” (fatto di lavoro, ​rinascita e ricerca del benessere collettivo) in un momento in cui l’”oggi” doveva ancora essere risolto.

Queste, grazie al ricordo di una vecchia carcassa di radio, le considerazioni che rendono per noi preziosa la commemorazione di questa ricorrenza che, proprio in questi momenti di difficoltà, ci deve unire nella convinzione che seppur buia sia una notte, inevitabilmente il sole rinascerà!

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Lo straordinario documento fotografico pubblicato in questa gallery è un estratto dell’archivio personale dell’ex sindaco di Busto Giovanni Rossini, oggi custodito dal nipote Michele Galante, che ringraziamo per avercelo gentilmente concesso. Nelle immagini i giorni della Liberazione, le trattative della resa con i militari tedeschi in ritirata a Busto, i gruppi partigiani, la gente nelle strade e nelle piazze da Busto fino a Milano, gli edifici bombardati e alcuni angoli, riconoscibili ancor oggi della città di Busto Arsizio.