Mizar e aree dismesse, Ascom Busto frena i supermarket: «Pagano il conto i negozi»

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Rudy Collini, presidente di Ascom Busto Arsizio

BUSTO ARSIZIO – «Ben venga il recupero delle aree dismesse. Ma che sia coordinato, strategico e al servizio e in funzione delle necessità dei nostri rioni». Rudy Collini (foto), presidente di Confcommercio Ascom Busto Arsizio e Medio Olona, tende la mano all’amministrazione comunale, proponendo l’associazione da lui guidata come interlocutore utile a compiere le giuste scelte, «che scongiurino il rischio degli effetti creati negli anni Ottanta e Novanta, quando il boom della grande distribuzione danneggiò tante piccole attività». Il timore che serpeggia tra i Commercianti è legato in primis al piano di recupero dell’ex Mizar, dove sorgeranno ben 4 strutture di media distribuzione, ma anche ai nuovi insediamenti previsti all’ex Silgra (il Famila di via Palestro/via Montello) e nel comparto delle Nord.

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Domanda e offerta

In attesa del maxi-intervento sull’area dismessa di corso Sempione, negli ultimi tre anni sono sei le nuove strutture di media distribuzione (per una superficie fino a 2.500 metri quadrati) che hanno portato a un totale di 21 maxistore in città, con proposte non solo di alimentari. «Oltre alla possibilità che l’offerta vada oltre la domanda», rimarca il presidente di Ascom, «esiste il rischio concreto che a pagarne le conseguenze siano i negozi che sempre di più si trovano a fare i conti con una concorrenza molto difficile da fronteggiare». Ecco perché Confcommercio, che da sempre sostiene la rigenerazione urbana, chiede attenzione sul recupero dei siti industriali dismessi. «È giusto – spiega Rudy Collini – che il rilancio dei nostri centri abitati passi dal recupero dei complessi in disuso, ma è altrettanto giusto che le nuove destinazioni commerciali non siano solo ad appannaggio della grande distribuzione». La proposta rivolta agli amministratori di Palazzo Gilardoni è duplice: «Da una parte chiediamo di ragionare sull’opportunità di investire nei rioni parte dei fondi ricavati dagli oneri di urbanizzazione, dall’altra di pianificare una diversificazione delle nuove offerte sulle nuove aree commerciali, puntando sull’intrattenimento e sui servizi rivolti alle famiglie e magari anche specializzandosi nel rilancio dei quei settori merceologici che stanno scomparendo». Sì al multisala, “ni” ai supermercati, per tornare sul “caso” Mizar.

Censimento e formazione

Ascom difende il ruolo dei negozi, in primis nei quartieri, «vero e proprio punto di riferimento che spesso diventa luogo di aggregazione. Un ruolo sociale di rilievo, al quale non bisogna rinunciare. Molti sono presenti da sempre e sono parte della storia della nostra città, offrendo ogni giorno un prezioso servizio di prossimità. Numerose attività hanno, tra l’altro, ottenuto il riconoscimento di “Negozi storici” da parte della Regione Lombardia, e proprio a loro è dedicato un importante bando regionale di prossima apertura». L’esperienza di Sacconago è un esempio: «Insieme all’assessorato al commercio – ricorda il presidente Ascom – abbiamo lavorato per offrire al rione alcuni servizi mancanti e il mercatino di generi alimentari che oggi viene allestito nella piazza del quartiere è il risultato, utile e concreto, della collaborazione tra la nostra associazione e l’amministrazione». Collaborazione che Collini intende arricchire, lavorando insieme all’amministrazione e intervenendo attraverso il Distretto nel centro cittadino e con le stesse modalità nei quartieri, «per realizzare un capillare censimento delle attività, utile a capire nelle diverse zone cosa occorra per generare un’offerta commerciale equilibrata». E non ci si fermerebbe al censimento: «Andremmo anche oltre, garantendo un adeguato supporto formativo, che porti il nuovo negoziante ad avere le necessarie basi e competenze per affrontare le tante e nuove sfide del mercato».

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