Busto, aumenti Tari rimandati. E il Pd fa le pulci ai conti

BUSTO ARSIZIO – Tari, tanto rumore per nulla? Le due delibere sul piano finanziario e sulle nuove tariffe della “tassa rifiuti” saltano dall’ordine del giorno del consiglio comunale di questa sera, 23 aprile: lo si è scoperto ieri sera in commissione bilancio, quando l’assessore alla partita Maurizio Artusa ha parlato solo della variazione di bilancio da varare in consiglio insieme al rendiconto di gestione 2023.

Il rinvio

Il motivo? Un emendamento al DL Superbonus annunciato dal ministro dei rapporti con il parlamento Luca Ciriani, che farà slittare dal 30 aprile al 30 giugno la scadenza di approvazione dei piani finanziari della Tari. Una soluzione invocata da Anci, il “sindacato” dei sindaci, per dare più respiro alle amministrazioni locali finite nel caos per le nuove direttive fissate da Arera, l’authority dei servizi pubblici, su piani finanziari e tariffe della “tassa rifiuti”. Criteri che avevano causato i ritardi con cui Agesp Spa, la partecipata che gestisce la raccolta rifiuti a Busto, aveva fatto pervenire i conti per il piano finanziario Tari, che è la base su cui calcolare le tariffe da applicare alle utenze, domestiche (famiglie) e non domestiche (imprese).

Più tempo per Agesp

In maggioranza le nuove tariffe, con un rialzo medio del 9%, avevano provocato la rivolta, costringendo Agesp a rifare i conti e a contenere gli aumenti nell’ordine dell’1% per le famiglie e del 5% per le imprese. Ora però la nuova scadenza fissata dal governo consente alla partecipata dei rifiuti più tempo per “limare” i calcoli per il piano finanziario Tari. Di qui la decisione di rimandare la questione, anche per sbollire le perplessità rimaste sotto traccia in maggioranza rispetto ad un aumento del 5% che rappresenta comunque una “botta” per le imprese e i commercianti, già alle prese con i rincari nel recente passato. Il capogruppo Pd Maurizio Maggioni ha chiesto una commissione ad hoc per discutere del futuro di Agesp.

Le “pulci” di Berutti

Nel frattempo in commissione bilancio la consigliera del PD Cinzia Berutti ha fatto le pulci voce per voce alla variazione di bilancio presentata dall’assessore Artusa, che applica 3,6 milioni di avanzo vincolato di parte corrente, di cui 3,1 milioni oer spese dei servizi sociali. Perché non li abbiamo spesi prima? La domanda di Berutti, a cui l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni ha risposto ricordando che si tratta di fondi arrivati verso fine anno, per i quali non c’è il tempo di spenderli tutti e che quindi vanno “a scavalco” tra un esercizio di bilancio e l’altro. Ormai siamo abituati, sapendo che a fine anno arriveranno altri fondi che serviranno sia per l’anno in corso sia per il successivo. Su alcune domande le risposte slitteranno alla seduta di consiglio, per l’assenza di qualche assessore in commissione: Berutti ha contestato anche la cattiva abitudine di convocare le commissioni a ridosso del consiglio.

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