Busto brinda alla Pro Patria: 105 anni di storia

Il 28 febbraio del 1919 l’inizio del mito

La Pro Patria del grandissimo Lello Antoniotti (foto archivio Giorgio Giacomelli)

BUSTO ARSIZIO – Busto sarà pure la capitale del volley, con due squadre femminili nella serie A della pallavolo, ma in Italia, in Europa e nel Mondo resta e rimane, dal 1919, la Città della gloriosa Pro Patria, la cui invidiata e invidiabile storia celebra oggi – 28 febbraio – 105 anni. Una storia fatta di autentiche eccellenze, di 14 anni nella massima serie (un record assoluto fra i club non espressione di un capoluogo di provincia: solo l’Empoli ha fatto meglio), di incredibili unicità (dal nome Pro Patria et Libertate alla maglia a strisce orizzontali), del mito dei tigrotti, del sogno negato Kubala (con il quale la Pro avrebbe vinto lo scudetto), di azzurri, di campioni d’Italia e del mondo e persino di olimpionici. Una storia da onorare, rispettare, custodire e tramandare.

Brindisi e cena di buon compleanno

Per celebrare i 105 anni di storia del Club, mercoledì 28 febbraio al Centro Stampa Banfi di viale Alfieri verranno esposte 2 gigantografie della Pro Patria (la prima formazione del 1919 e quella attuale), con alle ore 11 un brindisi di Buon Compleanno alla presenza di società e amministrazione comunale. In serata, ore 19.30 alla Vinoteca di viale Pirandello, cena benefica “105 anni in 105 metri” organizzata dal Tigrotto 1919 e da Aurora Pro Patria 1919. Il 29 febbraio, al Teatro Lux di Sacconago (ore 20.45 ingresso libero), da non perdere “Schegge di Pro Patria“: verranno proposti dei podcast teatrali a tema, recitati dall’ex tigrotto Daniele Giulietti.

L’origine del mito

“Nonostante fossimo tutti ragazzi di valore e coraggio, già prima della guerra, sparsi in tante, troppe formazioni o società, non fummo in grado di costituire una grande squadra, che potesse rappresentare con onore il nome di Busto. Adesso che siamo reduci dalla guerra, il cercare di rimettere in piedi preesistenti società sarebbe un’autentica follia. Perciò, visto che si deve ricominciare daccapo, io dico di unirci tutti quanti in una sola grande società, capace di difendere degnamente il nome e il prestigio di Busto Arsizio”. Da queste parole, pronunciate dall’ex capitano dell’Aurora Piero Guidali in un’assemblea indetta il 26 febbraio 1919 al Caffè Brugioli grazie anche a Remigio Bossi (presidente della Victoria FC), prende di fatto origine una storia pazzesca, di oltre cent’anni, che ancor oggi riesce a farci emozionare.

La Pro Patria et Libertate

La società – col nome di Unione degli Sport Bustesi, Pro Patria et Libertate 1881 sez. calcio – viene ufficialmente fondata con atto notarile il 28 febbraio 1919 sotto la presidenza del Cav. Carlo Marcora.

La prima formazione

Fasoli, Bottigelli, Gramegna, Perego, Bevilacqua, Fizzotti, Marcora, De Francesco, Valentini, Bossi, Cardani.

La prima partita e il primo gol

Il 1 dicembre del 1919 la Pro fa il suo esordio ufficiale nel campionato di Prima Categoria 1919-1920 tra le mura amiche dello stadio di via Valle Olona. Il risultato? Vittoria 1-0 contro il Luino con gol del tigrotto Scarani.

Il primo campionato di serie A

Nel 1927 la Pro Patria et Libertate viene promossa in Prima Divisione, la massima serie dell’epoca, e due anni dopo, si qualifica per il primo campionato di Serie A della storia, quello del 1929-1930. Indimenticabili il 7-0 contro l’Atalanta  Bergamasca e il 2-3 in casa del Torino con doppietta di Carletto Reguzzoni. Il miglior piazzamento in serie A della Pro Patria è l’ottavo posto al termine del campionato 1947-1948.

Il primo allenatore giocatore

L’ungherese Andras Kuttik in quegli anni è il primo allenatore/giocatore. Un decennio indimenticabile, guidato dal presidente Carlo Marcora che, suo malgrado, nel 1930 deve vendere Reguzzoni al Bologna “che tremare il mondo fa” per la cifra allora record di 80mila lire, così da sistemare il bilancio della società.

La maglia… unica

La Pro Patria risulta essere l’unica squadra professionistica italiana a sfoggiare stabilmente una maglia (e che maglia…) a strisce orizzontali: un unicum condiviso a livello europeo da altre grandi, come il Celtic, Sporting Lisbona e il Queen Park Ranger (oltre al Reading in Football Legue One e al De Graafschap in Olanda). Il leggendario radiocronista Nicolò Carosio, in un Celtic Glasgow-Inter dei primi anni Sessanta, si espresse così: “Il Celtic scende in campo con la tradizionale maglia a strisce orizzontali, tipo Pro Patria”. In un concorso del “Guerin Sportivo” fra le maglie da calcio più belle d’Europa, la casacca biancoblù si classificò al secondo posto.

Tigrotti da scudetto

Sono 6 i calciatori cresciuti nella Pro Patria che hanno vinto uno scudetto. Due sono nativi proprio di Busto, ovvero Carlo Reguzzoni (4 scudetti con il Bologna) ed Enrico Candiani (1 con l’Ambrosiana-Inter); gli altri sono invece bustocchi d’adozione, a cominciare dall’angelo biondo di Nerviano Luciano Re Cecconi (1 scudetto nella Lazio, 1973-1974) per finire con il solbiatese Bruno Rogora (1 con la Fiorentina 1968-1969), passando per Mario Varglien I (5 scudetti con la Juventus) ed il saronnese Arturo Boniforti (1 nel Bologna). A fregiarsi del tricolore, seppur con una breve esperienza in biancoblù, anche Sergio Borgo (con la Lazio di Re Cecconi), Peppino Meazza, Bruno Bolchi, Giorgio Barsanti, Umberto Guarnieri, Leo Conti e Annibale Frossi (tutti con l’Inter) e soprattutto il portiere Stefano Tacconi (plurititolato con la Juve di Platini). Senza dimenticare l’ex diesse biancoblù Angelo Carbone (col Milan), nell’attesa di un certo Federico Gatti.

Tigrotti azzurri

4 sono stati i giocatori a vestire la maglia della Nazionale Italiana durante la militanza alla Pro: Lello AntoniottiFrancesco La RosaAngelo Turconi ed Emidio Cavigioli: quest’ultimi due presero parte anche alla comitiva azzurra impegnata alle Olimpiadi di Londra del 1948. A questi magnifici quattro potremmo anche aggiungere il portiere Angelo “Bubo” Uboldi, convocato durante gli anni in biancoblù nella Nazionale cadetta allora diretta da Vittorio Pozzo.

Tigrotti campioni del mondo

Sono 3 i giocatori che, nel corso della loro carriera da giocatore o allenatore hanno militato nelle file della Pro Patria, riuscendo poi a vincere un Campionato del Mondo: il grande Giuseppe Meazza (con l’Italia nel 1934 e nel 1938), il fiumano-uruguaiano Ernesto Servolo Vidal (con la Celeste nel 50′) e il fiumano ma bustocco d’adozione Mario Varglien.

Tigrotti olimpionici

In questo particolarissimo palmares biancoblù c’è anche la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936, l’occhialuto Annibale Frossi, detto anche il dott. Sotttile, attaccante velocissimo (due scudetti con l’Inter) passato anche alla storia per essere stato uno dei primi giocatori a portare gli occhiali in campo (ben prima di Davids).

Bustocco.it

Se questi brevi cenni della storia della Pro vi hanno incuriosito o appassionato, per saperne di più c’è bustocco.it, il sito di tutti i tifosi della Pro Patria, la cui aggiornatissima pagina facebook è un condensato di passato e presente senza eguali. Una pagina che ha appena tagliato il traguardo dei 2500 follower e che per festeggiare il compleanno della Pro Patria ha dedicato una scheda storica impareggiabile.

105 Pro Patria storia Busto – MALPENSA 24