Caso Coop, l’avvocato di Antonelli: “Il sindaco ha agito per il bene comune”

busto coop cicorella antonelli

BUSTO ARSIZIO – Tre lettere dell’avvocato Cesare Cicorella, una per ogni articolo pubblicato nelle ultime settimane da Malpensa24 sulla vicenda della Coop, il supermercato di viale Duca D’Aosta che vede coinvolto il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli. Tre rettifiche, le definisce il legale. Diciamo invece tre “letture” dalla parte del primo cittadino che, appunto, dà finalmente la propria versione dei fatti.

Rettifica n° 1

Assisto il dottor Emanuele Antonelli.
Formo la presente in relazione all’articolo apparso il giorno 2.6.2021 sul quotidiano on line Malpensa 24, dal titolo Busto, caso Coop: archiviato l’abuso a carico di Antonelli. Avanti la causa civile; l’articolo ha contenuti diffamatori con riferimento alla figura del mio Assistito.
In particolare le seguenti frasi:
– “il pubblico ministero Martina Melita che ha scritto: Antonelli ha ostacolato in ogni modo la realizzazione della rotatoria”;
“e questa prova dell’agire del sindaco bustocco, confermata in sede di indagine dall’ex assessore ai lavori pubblici Alberto Riva che, sentito dagli inquirenti ha spiegato ‘il sindaco non voleva che la rotonda venisse realizzata e chiese di trovare un cavillo per rallentarne la realizzazione “;
– “le parole del PM che, di fatto, mette nero su bianco come il sindaco abbia di fatto ostacolato in ogni modo la realizzazione della rotatoria davanti al supermercato”,
sono per come esposte non corrispondenti al vero e tese ad asserire l’illegittimità dell’azione del dottor Emanuele Antonelli, finalizzata ad ostacolare la realizzazione di un supermercato: circostanza del tutto destituita di fondamento.
La richiesta di archiviazione è atto del PM ed esprime, nel merito, la convinzione di una parte; nel caso in esame non è affatto giunta alle conclusioni citate nell’articolo, ma ha asserito che i fatti descritti nell’esposto sarebbero sostanzialmente confermati dalle attività istruttorie svolte; tali attività sono l’assunzione di testi di parte, senza dare alcun ingresso al diritto di difesa: se si omette tale specificazione si inducono equivoci. Se avesse sentito il primo cittadino, il pm avrebbe avuto una circostanziata versione di quanto realmente avvenuto.
A nome e nell’interesse del mio Assistito, Dottor Emanuele Antonelli invito a pubblicare quanto sin qui esposto nonché la seguente rettifica:
Il dottor Emanuele Antonelli, in riferimento all’articolo pubblicato sul quotidiano on line del 2.6.2021 ritiene necessarie alcune precisazioni, che possano consentire una corretta lettura degli atti giudiziari sottesi a quanto esposto. Ovviamente non ha mai avuto alcun interesse personale che possa avere interferito con la realizzazione di un supermercato; ha sempre agito a tutela del pubblico interesse. Contrariamente a quanto sostenuto nell’articolo non è stato accertato alcun comportamento illecito ed abusivo. Solo una sentenza emessa dopo un processo potrebbe stabilire la sussistenza o meno di un illecito. La richiesta di archiviazione è atto del PM informato a testimonianze di parte -poche e discutibili- senza considerare la versione che la difesa avrebbe potuto fornire per
dimostrare cosa sia realmente avvenuto. Nonostante le interessate dichiarazioni di un ex assessore, nessun ostacolo alle iniziative di alcuno è stato frapposto; solo l’adempimento di un dovere. Nessuna parzialità: chiunque può essere richiesto di adeguare la propria condotta, al rispetto dei diritti della comunità: anche un supermercato.

Rettifica n° 2

Formo la presente in relazione all’articolo apparso il giorno 3.6.2021 sul quotidiano on line Malpensa 24, a firma Simona Carnaghi dal titolo Affaire Coop, la norma salva Antonelli ma non il geometra del Comune; l’articolo ha contenuti diffamatori con riferimento alla figura del mio Assistito.
In particolare, oltre al titolo, le seguenti frasi:
– “fa propri i concetti già messi nero su bianco dal Pubblico Ministero Martina Melita: l’abuso ci fu ma la depenalizzazione del reato sancita dal decreto semplificazioni azzera gli spazi entro i quali esercitare l’azione penale”;
– “in sintesi secondo le accuse Antonelli ostacolò la COOP ma da luglio questo comportamento non è più perseguibile con efficacia”;
sono evidentemente non corrispondenti al vero ed esprimono il sospetto di un agire illegittimo del dottor Emanuele Antonelli, informato ad ostacolare la
realizzazione di un supermercato: circostanza del tutto destituita di fondamento.
È opportuno annotare che la richiesta di archiviazione esprime, nel merito, la convinzione di una parte, il pubblico ministero; se si omette tale
specificazione si lede il diritto di difesa del dottor Emanuele Antonelli.
Analogamente è a dirsi dell’omessa precisazione del fatto che tale richiesta è fondata su testimonianze di parte, senza mai avere sentito il primo cittadino
che non ha quindi potuto esporre cosa sia in realtà avvenuto. Anche il richiamo al decreto di archiviazione si rivela non corretto posto che il provvedimento non è finalizzato ad alcun accertamento e si incentra su risultanze di indagine secondo quanto riferito dai testi escussi. Una precisazione che, ove ve ne fosse necessità, svuota di qualsivoglia valenza accertativa di responsabilità per reati che non sono mai neppure stati formalizzati e contestati al dottor Antonelli.
Affermare che in sintesi secondo le accuse Antonelli ostacolò la Coop è errato e non corrispondente affatto al contenuto del decreto.
A nome e nell’interesse del mio Assistito, Dottor Emanuele Antonelli invito a pubblicare quanto sin qui esposto nonché la seguente rettifica:
Il dottor Emanuele Antonelli, in riferimento all’articolo pubblicato sul quotidiano on line del 3.6.2021 ritiene necessarie alcune precisazioni, che possano consentire una lettura più corretta degli atti giudiziari interpretati in termini discutibili. Fermo restando che non ha mai avuto alcun interesse personale che possa avere interferito con la realizzazione di un supermercato e che ha sempre agito per perseguire l’interesse pubblico, rileva come nell’articolo citato siano state omesse precisazioni che assumono importanza assoluta per comprendere come non sia stato accertato alcun comportamento illecito ed abusivo, che solo la sentenza emessa dopo un processo potrebbe stabilire. La richiesta di archiviazione è atto del PM informato a testimonianze di parte – poche e discutibili -senza considerare la versione che la difesa avrebbe potuto fornire per dimostrare cosa sia realmente avvenuto. Nel caso trattato, attesa l’importanza di un intervento deliberato da altra amministrazione, si era reso necessario disciplinare, secondo tempistiche rigorosamente realistiche, una serie di interventi al fine di garantire sicurezza e diritti di ogni cittadino. Nessun ostacolo alle iniziative di alcuno; solo l’adempimento di un dovere. Nessuna violazione del principio di imparzialità; chiunque può essere richiesto di adeguare la propria condotta, al rispetto dei diritti della comunità: anche un supermercato“.

Rettifica n° 3

Formo la presente in relazione all’articolo apparso il giorno 7.6.2021 sul quotidiano on line Malpensa 24, dal titolo Coop, PD di Busto contro Antonelli “Non è stato imparziale. Grave per un sindaco che ha contenuti diffamatori con riferimento a frasi attribuite al signor Paolo Pedotti.
In particolare, oltre al titolo, le seguenti frasi:
– “non è reato penale ma non significa che non si tratti di una condotta moralmente e politicamente grave”;
– “rimarca Pedotti “l’abuso d’ufficio è stato effettivamente provato: il sindaco ha ostacolato la rotonda per ritardare l’apertura del supermercato”;
– “in primis l’abuso d’ufficio è stato effettivamente provato”;
Il sindaco “ha ostacolato l’avvio dei lavori da parte di Coop Lombardia. Questo è ciò che hanno scritto sia il Pubblico Ministero sia il giudice per le indagini preliminari nei loro provvedimenti”,
sono evidentemente non corrispondenti al vero, strumentali a diffondere la convinzione di un agire illegittimo del dottor Emanuele Antonelli, informato ad
ostacolare la realizzazione di un supermercato: circostanza del tutto destituita di fondamento.
I richiami contenuti nell’articolo di passaggi della richiesta di archiviazione che, al più, esprimono la convinzione di una parte, il pubblico ministero, sono analogamente lesivi del diritto del mio Assistito a difendersi, posto che non gli viene consentito di esporre cosa sia in realtà avvenuto, con ciò, di fatto, anticipando un giudizio che non sarà mai celebrato, attesa la richiesta del pubblico ministero.
Analogamente è a dirsi per quanto attiene il richiamo -erroneo e non corrispondente al vero- al decreto di archiviazione, posto che il giudice non ha affatto affermato che il sindaco ha ostacolato l’avvio dei lavori ma ha precisato che le risultanze di indagine secondo quanto riferito dai testi escussi avrebbero ipotizzato direttive impartite dal sindaco.
Ciò che è certo è che quanto deciso si fonda su richiesta e testi di una sola delle parti e senza considerare le tesi e prove che la difesa avrebbe offerto se non fosse intervenuta l’archiviazione per inammissibilità dell’opposizione.
La chiave di lettura che si propone nell’articolo, deriva da atti (richiesta e decreto) che hanno escluso la sussistenza di reati e che non hanno alcun valore di accertamento di responsabilità di alcuno ma ciononostante è impropriamente negativa.
A nome e nell’interesse del mio Assistito, Dottor Emanuele Antonelli invito a pubblicare quanto sin qui esposto nonché la seguente rettifica:

Il dottor Emanuele Antonelli, in riferimento all’articolo pubblicato sul quotidiano on line del 7.6.2021 incentrato sulle dichiarazioni che sarebbero state espresse dal signor Paolo Pedotti, ritiene opportune alcune precisazioni, che possano consentire una lettura più corretta degli atti giudiziari interpretati in termini fantasiosi. Né come Sindaco né come cittadino ha mai avuto alcun interesse personale che possa avere interferito con la realizzazione di un supermercato. Il solo fine perseguito quale Sindaco del Comune di Busto Arsizio, è stato ed è quello alla miglior attuazione dell’interesse pubblico. Assumere che tale modalità comportamentale possa essere moralmente e politicamente discutibile, è dimostrativo delle finalità meramente elettoralistiche del segretario del PD cittadino che, evidentemente non sa cogliere la differenza tra un decreto di archiviazione ed una sentenza. Solo quest’ultima, pronunciata dopo un regolare processo, in un paese progredito, può accertare se vi sia stato un reato oppure no. Il decreto di archiviazione, nel caso in esame, si limita a dichiarare inammissibile l’opposizione. Certamente non ha acclarato alcun abuso. La richiesta di archiviazione che, analogamente, non ha alcun valore di accertamento, è formalizzata sulla scorta di testimonianze di parte -poche e discutibili- e senza neppure avere ascoltato la versione del Sindaco, che avrebbe diffusamente dimostrato cosa fosse avvenuto e le ragioni che avevano imposto il rigoroso rispetto delle normative, al fine di garantire sicurezza e diritti di ogni cittadino.
Secondo tempistiche rigorosamente realistiche. Nessun ostacolo alle iniziative di alcuno; solo l’adempimento di un dovere. In quanto accaduto, non è obbiettivamente ravvisabile alcuna violazione del principio di imparzialità: in una società civile non devono esistere posizioni di privilegio; chiunque può essere richiesto di adeguare la propria condotta, al rispetto dei diritti della comunità: anche un supermercato“.

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(Vincenzo Coronetti) Il sindaco della sesta città della Lombardia esce allo scoperto dopo mesi di attesa per spiegare all’opinione pubblica la sua posizione su una questione oggetto di ampie, preoccupate discussioni in città e non solo. È però singolare che lo faccia attraverso il suo avvocato, nonostante sia stato richiesto più volte, anche da Malpensa24, di dare la propria versione dei fatti. Invece, sprezzante silenzio fino ad oggi, vigilia dell’udienza della causa civile in agenda domani 10 giugno.

In quanto al merito delle eccezioni sollevate da Cesare Cicorella, ci sembra scontato che un avvocato difensore faccia (bene) il suo mestiere, fino al punto da smentire con abilità anche l’evidenza. Che, al di là delle giuste ragioni e dei cavilli legali, per chi fa il giornalista si concretizza nelle determinazioni di un pubblico ministero e di un giudice per le indagini preliminari. Non chiacchiere. Come avremmo dovuto comportarci? Dovevamo stare zitti? Non avremmo potuto: per noi parlano le carte ufficiali e certe, incontestabili intercettazioni dell’inchiesta Mensa dei poveri. Ecco uno stralcio del decreto di archiviazione del Gip:

busto coop cicorella antonelli – MALPENSA24