Coop, PD di Busto contro Antonelli: «Non è stato imparziale. Grave per un sindaco»

BUSTO ARSIZIO – «Non è reato penale, ma non significa che non si tratti di una condotta moralmente e politicamente grave». Per il PD di Busto la vicenda Coop non si chiude con l’archiviazione del sindaco Antonelli. Ad affermarlo è il segretario cittadino Paolo Pedotti, secondo cui «emergono questioni molto preoccupanti». A partire dalla «violazione del principio di imparzialità della pubblica amministrazione contenuto all’articolo 97 della Costituzione», che sarebbe stata commessa dal sindaco di Fratelli d’Italia.

Le «questioni preoccupanti»

Il Partito Democratico, con il candidato sindaco Maurizio Maggioni, avevano già chiesto le dimissioni del sindaco quando era uscita l’ormai celebre intercettazione in cui Antonelli, al telefono con il Mullah Nino Caianiello, diceva della Coop “li faccio impazzire”. Ora, alla vigilia della campagna elettorale, reclamano «discontinuità sul piano etico» rispetto a questo tipo di comportamenti «moralmente e politicamente gravi». Anche perché, rimarca Pedotti, «l’abuso di ufficio è stato effettivamente provato: il sindaco ha ostacolato la rotonda per ritardare l’apertura del supermercato».

E poi c’è la violazione costituzionale: «Un’amministrazione comunale nel suo operato non deve in alcun modo discriminare cittadini, associazioni e imprese per le loro opinioni o colore politico». Infine, Pedotti ricorda la causa civile intentata da Coop: «Tutti i gruppi consiliari – l’appello – sono chiamati quindi a intervenire per tempo per tutelare il Comune dagli eventuali 5 milioni di danni che saremmo chiamati a risarcire di tasca nostra qualora non ci fosse la copertura assicurativa».

La nota di Pedotti (PD)

Negli ultimi giorni la stampa locale ha riportato una notizia di grandissimo rilievo per l’intera comunità cittadina. Il Sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, sotto processo nel contenzioso Coop contro Comune relativo alla realizzazione della rotonda di Viale Duca d’Aosta, ha visto archiviare la causa penale perché il fatto non costituisce reato a seguito della depenalizzazione dell’abuso d’ufficio avvenuta col Dl semplificazioni.
In questa vicenda emergono questioni molto preoccupanti.
In primis l’abuso di ufficio è stato effettivamente provato: il sindaco ha manifestato pubblicamente la propria contrarietà alla realizzazione della rotonda e ha ostacolato l’avvio dei lavori da parte di Coop Lombardia per ritardare l’apertura del supermercato. Questo è ciò che hanno scritto sia il pubblico ministero sia il giudice per le indagini preliminari nei loro provvedimenti.
Inoltre, già lo scorso 4 marzo il Corriere della Sera ha pubblicato l’intercettazione di una telefonata tra il Sindaco e l’ex esponente di Forza Italia Nino Caianiello, raccolta dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine della “Mensa dei Poveri”. Nella telefonata del 5 dicembre 2017 il Sindaco avrebbe detto “li ho tirati fino a Natale…devo cercare di fargli fare i lavori ad agosto, così li faccio impazzire…perché vuol dire un altro anno” in riferimento proprio alla realizzazione della rotonda, i cui lavori sono effettivamente partiti solo a fine Giugno 2018, a quasi un anno di distanza dall’avvio dei lavori per il supermercato.
In secondo luogo, il fatto che tale condotta non costituisca reato penale non significa che non si tratti di una condotta moralmente e politicamente grave, specie se, come scritto dal PM, è possibile contestare l’effettiva violazione del principio di imparzialità della pubblica amministrazione contenuto all’Articolo 97 della Costituzione. Stiamo infatti parlando di un’Amministrazione comunale che nel suo operato non deve in alcun modo discriminare cittadini, associazioni e imprese per le loro opinioni o colore politico.
Ricordiamo inoltre che solo pochi giorni fa è trascorso il 75° anniversario della Festa della nostra Repubblica, celebrata puntualmente anche dal nostro primo cittadino, che esattamente 5 anni fa nel giugno 2016 ha giurato di osservare lealmente la Costituzione Italiana e i suoi principi, compreso quello di buon andamento e imparzialità nell’agire amministrativo.
Occorre infine considerare che il contenzioso tra Coop e Comune proseguirà in sede civile e molto probabilmente non si risolverà in tempi rapidi. Tutti i gruppi consiliari sono chiamati quindi a intervenire per tempo per tutelare il Comune dagli eventuali 5 milioni di danni che saremmo chiamati a risarcire di tasca nostra qualora non ci fosse la copertura assicurativa.
A tutti i cittadini e le forze politiche di Busto va invece l’invito a riflettere attentamente in vista del rinnovo delle cariche amministrative cittadine del prossimo autunno. In questo quadro spetta ai partiti fare chiarezza su queste vicende e mettere a disposizione della città le loro risorse migliori con onestà e serietà volte all’assunzione di responsabilità collettive. Ai cittadini il compito, non meno oneroso, di informarsi e di valutare con chi vogliono amministrare il bene comune.

Paolo Pedotti – Segretario PD Busto Arsizio

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