Busto, colgono due ciliegie da un albero comunale: 50 euro di multa a testa

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BUSTO ARSIZIO Due (di numero) ciliegie sono costate… 50 euro di multa (a testa) a tre cittadini di Borsano. Dopo la contravvenzione alle tre commesse, arriva un altro verbale della polizia locale che farà molto discutere sull’opportunità o meno della sanzione.

Due ciliegie, totale 150 euro

Va bene che sono primizie, va bene che sono a chilometro zero, ma a conti fatti, 150 euro per due ciliegie sono davvero troppi. Ma a presentare il conto salatissimo a fronte della modica quantità di frutta non è stato nessun fruttivendolo cittadino, bensì la polizia locale di Busto. Che, dopo aver colto in flagrante 3 uomini con in mano rispettivamente: le ciliegie, un ramoscello dell’albero e un rostrino per avvicinare a terra il ramo, ha staccato la salata sanzione. Motivo: danneggiamento della pianta. Già perché l’albero è di proprietà comunale. E a raccontare com’è andata esattamente è proprio uno degli uomini multati, ovvero Antonio Cuda.

Com’è andata

Bisogna partire dal bar di via Ricordanza a Borsano. Dove Antonio Cuda, con altre due persone, notano che sul rigoglioso ciliegio, che cresce sul marciapiede di fronte, ci sono frutti maturi e di stagione. Che in genere cadono a terra, vengono calpestati e lordano l’asfalto se non fosse per l’edicolante vicino che di sua spontanea volontà si mette a pulire. Così decidono di assaggiare quei frutti, senza nemmeno pensare che di lì a poco sarebbero diventati proibiti. Ma siccome i rami non crescono ad altezza d’uomo, uno di loro prende un rostrino per avvicinare il ramo più basso. Incautamente un ramoscello con attaccate due ciliegie si spezza. «E – racconta Cuda – proprio in quel momento passa una pattuglia della polizia locale».

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Gli uomini in divisa sulla macchina notano la scena e vedono: un uomo con i mano le ciliegie, uno con il ramoscello e l’altro con il rostrino. Non passano oltre, si fermano e «uno di loro – continua Cuda – con tono ironico ci dice: “Adesso vi do una pettinata“». Frase che quasi offende Cuda, che di capelli in testa ne ha davvero pochi, e che, visto quanto accaduto, non risulta essere un rimbrotto greve.

Gli agenti scendono, chiedono i documenti ai tre uomini e compilano il verbale, motivandolo in tal modo: “in quanto deteriorava, danneggiando e strappando i rami di un albero per raccogliere i frutti (ciliegie)“. E presentano il conto: 50 euro a testa.

Un po’ come il Geordie di De Andrè

Un po’ Geordie, protagonista di una canzone di Fabrizio De Andrè che venne impiccato con una corda d’oro per aver ucciso (per fame) i cervi nelle tenuta del re. Certo qui siamo a Borsano e non in una contea del reame. E anche i tempi sono cambiati (per fortuna), ma resta una sanzione che, a fronte dell’episodio, desta parecchie perplessità. Come dice lo stesso Cuda: «E’ vero abbiamo colto due ciliegie, che in genere cascano a terra, marciscono e vengono calpestate da tutti. Forse sarebbe bastato un pizzico di buon senso da parte degli agenti».

Che ci fa un ciliegio sul marciapiede?

Il ciliegio fa parte di un filare di alberi da frutto tutti selvatici tranne lui. E la piantumazione risale ai tempi del sindaco Luigi Rosa. Poi, dicono i clienti del bar e i commercianti della zona, le piante sono state potate quando ancora il primo cittadino era Gigi Farioli. «Dopo di che – raccontano – più nessuno si è occupato della manutenzione di questi alberi, i cui rami ormai entrano nelle finestre della case vicine. Insomma il Comune non si preoccupa di curarli e la gente viene multata per aver colto due ciliegie e rotto un rametto? C’è qualcosa che non funziona».

La morale

Però da questo episodio si può tirar fuori una morale, ovvero: con Rosa sono arrivate le piante, con Farioli sono state fatte le potature e con Antonelli sono state staccate le multe. Insomma, ogni sindaco, in qualche modo, ha legato per sempre il suo nome agli alberi da frutto di via delle Ricordanze a Borsano.

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